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Valle Olona | 06 febbraio 2025, 11:41

Navimodellismo, un passatempo (e un’arte) da riscoprire: «Avanti, giovani»

L’Associazione navimodellisti Valle Olona ha una lunga e importante storia, ma mancano nuovi soci e il supporto dei Comuni

Può sembrare un passatempo d’altri tempi, eppure il modellismo dà grandi soddisfazioni. Ne è convinto Mario Sarti, presidente dell’Anvo - Associazione navimodellisti Valle Olona, a guida del gruppo che da quarant’anni promuove con passione e competenza un’attività molto particolare legata al mondo dell’acqua.

I soci dell’Anvo si sono cimentati nel tempo nella costruzione di imbarcazioni di tutti i tipi e di tutte le epoche: alcuni modelli addirittura sono diventati delle “star” ospiti di musei e programmi televisivi.

La storia

Nata nel 1984 sotto l’egida del Gruppo Mario Farina di Castellanza e Valle Olona dell’Associazione nazionale marinai d’Italia, l’Anvo può contare su una flotta composta sia da modelli statici sia da modelli dinamici, radiocomandati in acqua.

La realizzazione delle opere può partire dalle scatole di montaggio che ci sono in commercio oppure dalla ricerca storica e dall’esame della documentazione tecnica che porta l’autore ad autocostruire la propria imbarcazione.

La “collezione” di opere è ricchissima. Si parte dalle barche dell’antichità (egizie, romane, puniche, solo per citarne alcune) fino ad arrivare ai giorni nostri. Ci sono navi militari e commerciali, transatlantici e barche a vela, modelli di navi italiane, inglesi, francesi e di tante altre nazionalità. Brigantini, galeoni, mercantili, vascelli, yaght, motoscafi. E ancora: chiatte, battelli, gondole, vaporetti, rimorchiatori, sommergibili.

Nel corso degli anni l’associazione ha proposto diverse iniziative: dalle mostre ai corsi agli incontri nelle scuole.

Come molte altre associazioni però, anche l’Anvo deve fare i conti con il ricambio generazionale. Che manca.

«Purtroppo – afferma il presidente – l’età media della nostra associazione è intorno ai 70 anni. Quando sono entrato io nel 2011 eravamo in 67, oggi siamo in 34. Noi cerchiamo di interessare le persone, ma non è semplice. Manca il coraggio di fare qualcosa: evidentemente è più facile essere spettatori».

Eppure il navimodellismo, assicura Sarti, dà soddisfazione, quello di aver fatto qualcosa. «Per quanto mi riguarda – dice – ho provato a lasciare qualcosa».

Il passatempo è prettamente maschile, a giudicare dalla composizione del gruppo. «Ci sono solo due donne – afferma il numero uno di Anvo - per il resto siamo tutti uomini. Il fatto è che le donne hanno più cose da fare e quindi hanno meno tempo da dedicare a questa attività».

Con l’invecchiamento dei soci, il gruppo va assottigliandosi. Le forze sono sempre meno, anche per proporre eventi. Il presidente lamenta poi un altro aspetto. «Non siamo sostenuti dai Comuni. Noi vorremmo fare qualcosa in più, saremmo pronti a organizzare mostre e corsi anche in loco, ma abbiamo bisogno di supporto».

Titanic, Andrea Doria e Bounty

Tra le numerose navi che compongono la flotta dell’Anvo, ce ne sono almeno un paio che sono diventate famose.

La prima è il Titanic, il modellino del noto transatlantico varato nel 1912. L’opera realizzata da Duilio Curradi è talmente ben fatta, completa di tutti gli accessori e gli arredi, da essere andata anche in televisione. «Il Titanic che si è visto spesso ad esempio nelle trasmissioni di Piero Angela e di Bruno Vespa è quello del nostro socio», spiega Sarti.

Un altro lavoro importante è stato il restauro dell’incrociatore lanciamissili e portaelicotteri Andrea Doria, un colosso di oltre 150 kg per sei metri di lunghezza. Fino al 2006 era a Roma in una caserma della Marina militare che poi l’ha ceduta gratuitamente all’Anvo. Dopo i lavori di recupero avvenuti a Montesolaro (la sede dell’associazione di Castellanza non poteva contenere l’imbarcazione) è diventata di proprietà del Comune di Carimate e dal 2011 si trova a Volandia.

Per quanto riguarda Sarti, la sua “numero uno” è il Bounty. Un’imbarcazione che gli ha portato molta fortuna. «L’avevo comprata quando vivevo a Roma – ricorda - per passare un po’ di tempo insieme alla mia fidanzata che ora è mia moglie».

Mariagiulia Porrello

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