Il taser, lo strumento che paralizza istantaneamente chi viene colpito, è oggetto di dibattito pubblico, a Busto, dai giorni dei tafferugli in piazza Garibaldi (vedi QUI). In tanti lo vorrebbero in dotazione alla Polizia Locale, a partire dall’eurodeputata e consigliera comunale Isabella Tovaglieri (vedi QUI). Fausto Sartorato, sindacalista Adl, frena e predica prudenza.
«Non contrarietà – sottolinea – ma quando si prende uno strumento del genere occorrono formazione e tutele certe». Entrambe necessarie per la stessa natura dei taser: non sono equiparabili ad armi come le pistole ma essere colpiti, quindi attraversati da una scarica elettrica, non è uno scherzo.
«Non si può parlare di taser – osserva Sartorato – senza agganciare immediatamente l’argomento a quello dell’addestramento, per evitare usi impropri. Poi bisogna essere sicuri che ci siano le tutele necessarie. Chi è costretto a utilizzare questi strumenti non può conoscere lo stato di salute della persona che colpisce. Oltre a immobilizzarla, può causarle danni fisici anche rilevanti. Ci sono le tutele? Chi paga eventuali danni o spese legali? Lo dice uno che è stato vigile urbano e che conosce le esperienze di tanti colleghi: a qualcuno è capitato di doversi pagare le spese legali per un atto semplice e privo di conseguenze. Aveva tolto di mano le chiavi dell’auto a una persona fermata che avrebbe potuto fuggire. Si fa presto a dire taser ma bisogna anche andare più in là».
Sartorato amplia il discorso e insiste su un punto: «La Polizia Locale non fa parte delle Forze dell’Ordine ma è ausilio alle Forze dell’Ordine. La legge per l’equiparazione, ddl 776 Saia Barbolini, si è impantanata. Perché gli agenti della Polizia Locale dovrebbero svolgere un lavoro che non è loro riconosciuto, anche a livello di indennità?».
Il sindacalista conclude: «A voler fare il bene della Polizia Locale c'è da ragionare sull’organico: a Busto servirebbero più agenti. E lo stesso Comando dovrebbe essere in un edificio a se stante. Gli uffici saranno anche belli. Ma la Polizia Locale dovrebbe stare in una struttura sua, autonoma, non convivere con le tante realtà ospitate ai Molini Marzoli e con il viavai continuo che queste producono».