In Consiglio regionale è scontro di vedute sull’Organizzazione mondiale della sanità. Dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di voler abbandonare l’agenzia sanitaria, accusandola di aver gestito male la pandemia del Covid e altre crisi sanitarie, la Lega ha annunciato un disegno di legge in Senato che prevede l’uscita dell’Italia dall’Oms.
Alla luce di queste mosse, il gruppo consiliare lombardo del Partito Democratico Pierfrancesco Majorino ha presentato una mozione per chiedere di attivarsi con il governo nazionale affinché «non venga messa in discussione la partecipazione dell’Italia all’Organizzazione mondiale della sanità». La proposta è stata bocciata, mentre ha ottenuto il via libera la mozione della Lega a prima firma Emanuele Monti che riflette su «una seria e radicale modifica dei meccanismi di funzionamento dell’Oms».
Le due mozioni
Per Majorino occorre «rafforzare le istituzioni che non vogliono rassegnarsi all’idea di un mondo in cui le nazioni sono ossessivamente in competizione le une contro le altre». Il capogruppo dem ha detto di aver apprezzato le affermazioni dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso sull’Oms: «Nei decenni passati ha svolto un ruolo essenziale nella prevenzione, nell'informazione e nella vaccinazione. Bisogna stare dentro e semmai provare a cambiare le cose dall'interno», le parole dell’assessore. E nella mozione si impegna la giunta proprio a «sostenere la posizione di Bertolaso sulla necessità che l’Italia rimanga nell’Oms».
La Lega, invece, ha presentato a sua volta una mozione che chiede all’esecutivo guidato da Attilio Fontana di farsi portavoce presso il governo «sull’opportunità di una seria e radicale modifica dei meccanismi di funzionamento dell’Oms, come suggeriscono anche le recenti esperienze di gestione dell’epidemia».
«L’Oms è un’agenzia da riformare – ha osservato il primo firmatario Monti –. La scelta degli Usa apre uno scenario totalmente nuovo e diverso. È legittimo che le istituzioni italiane si pongano il quesito se rimanere senza gli Usa come finanziatori. E se escono per fare qualcosa di nuovo, non ha senso porsi in una posizione dialogante con loro? Derubricare la questione posta dalla Lega a semplice slogan è sbagliato».
Scintille sulla pandemia
«Non scimmiottiamo il governo americano – l’invito del capogruppo del Movimento 5 Stella Nicola Di Marco –. In un mondo globalizzato, questa scelta mette a rischio la salute dei cittadini».
Scintille quando Carlo Borghetti (Pd) ha detto che «non potete usare l’argomento della pandemia. Senti chi parla, avete mandato i positivi nelle case di riposo». «Falso, bugiardo!», ha urlato più volte il leghista Davide Caparini uscendo dall’aula.
Anche il capogruppo del Carroccio Alessandro Corbetta ha stigmatizzato le parole del collega di opposizione: «Questa è una ferita ancora aperta. La Lombardia da sola ha cercato di fronteggiare la pandemia e tirare in ballo questo tema, sapendo che i pazienti sono stati separati dagli anziani, è vergognoso, ci sono state inchieste finite in nulla». «La miglior risposta sono le archiviazioni per il presidente Fontana e l’ex assessore Gallera», ha aggiunto Corbetta, suscitando nuove proteste e battibecchi con gli esponenti del Pd.
Il capogruppo leghista ha poi suggerito alcuni emendamenti alla proposta di Majorino, così da arrivare a un testo condiviso. Ne è seguita una sospensione dei lavori che si è protratta a lungo, con un’intensa discussione tra consiglieri di maggioranza ed esponenti della giunta (foto sotto).
«Mi si chiede di trasformare radicalmente la mozione, eliminando le parole “l’Italia rimanga nell’Oms”», ha osservato Majorino, respingendo la proposta e chiedendo il voto segreto. A quel punto il capogruppo di Forza Italia Fabrizio Figini ha voluto precisare che «l’uscita dall’Oms non è la nostra posizione, sebbene di errori ne abbia commessi». Annunciando il voto positivo al testo della Lega, una volta eliminati i riferimenti all’uscita dall’agenzia sanitaria.
Fratelli d’Italia, tramite il capogruppo Christian Garavaglia, si è rifatto al ministro della Salute Orazio Schillaci, concordando sulla necessità di una «revisione della governance e di utilizzo delle risorse».
Respinta dunque la mozione di Majorino, mentre quella di Monti ha incassato 43 voti favorevoli, 23 no e un’astensione.