Busto Arsizio - 01 febbraio 2025, 10:20

VIDEO. Mostre, laboratori, teatro. Quando l’affido si coniuga alla creatività

Arte, testimonianze, aperitivo e spettacolo teatrale in un’iniziativa alla sala Pro Busto, dove la creatività si è unita a un tema delicato e importante. “La Busto che vorrei? Una città dove l’ascolto è l’elemento essenziale della convivenza”

Speranza, accoglienza, amore smisurato. E quando questi valori - che secondo le testimonianze di un giovane in affido rappresentano quelli appresi nella nuova famiglia - si coniugano con la creatività, ecco il senso del convegno organizzato venerdì sera alla sala Pro Busto.

Tanti gli enti che si sono uniti per dare forma a “La creatività incontra l’affido familiare”: amministrazione comunale, le scuole Ite Tosi e Ipc Verri, la compagnia teatrale Viandanti teatranti, il Centro musicale Concertare, Industria scenica, Proges. Sodalizi e istituzioni che hanno dato vita a un appuntamento su un tema tanto delicato quanto urgente. Ma lo hanno voluto fare aggiungendo un pizzico di creatività, con una mostra, un aperitivo, il racconto di testimonianze e uno spettacolo teatrale. Presenti gli assessori ai servizi sociali Paola Reguzzoni e all’istruzione Chiara Colombo.

Cantiere Creativo: la città che vorrei – Una mostra di idee, sogni e ascolto

Come immaginiamo la città del futuro? Quali spazi vogliamo abitare e con quali valori? A queste domande ha cercato di rispondere la mostra "Cantiere Creativo: la città che vorrei", un progetto che ha visto il coinvolgimento attivo di due scuole in un percorso di riflessione e creatività sul tema dell’affido come accoglienza e fiducia. Al centro dell’iniziativa è stata posta una domanda fondamentale: tu che città vorresti? E ancora: come vorresti essere ascoltato? Da queste riflessioni è nato il laboratorio cantiere-creativo, dove i partecipanti hanno espresso il desiderio di una città in cui l’ascolto sia un elemento essenziale della convivenza. Un luogo in cui la voce di ogni cittadino, indipendentemente dall’età o dalla provenienza, possa trovare spazio e attenzione.

I laboratori: arte e musica per dare forma alle idee

Il percorso espositivo si è articolato in diversi laboratori creativi. Il laboratorio fotografico: un racconto visivo delle idee e delle emozioni emerse durante il progetto, per fissare attraverso le immagini il desiderio di una città più accogliente. Il laboratorio musicale: la creazione di una traccia sonora, una piccola canzone nata dalle parole e dalle suggestioni raccolte tra i partecipanti, per dare voce ai sogni di una città migliore. Il cantiere degli striscioni: qui si è lavorato su un tema cruciale, come trasformare la strada che separa me dall’altro? Le risposte si sono concretizzate in striscioni che raccontano la volontà di abbattere le distanze e costruire ponti di dialogo e fiducia.

Verso la tavola rotonda del 7 febbraio

La mostra non è solo un punto di arrivo, ma anche il punto di partenza per un confronto più ampio. In vista della tavola rotonda del 7 febbraio, è stato realizzato un video con interviste sul concetto di affido, raccogliendo voci e testimonianze sul significato profondo dell’accoglienza e della fiducia nell’altro.

Un contributo importante è stato offerto da Francesca Perego, che ha parlato del progetto, delle sue implicazioni e dell’importanza di ripensare la città come uno spazio di ascolto e relazione.

Una città da costruire Insieme

“Cantiere Creativo: la città che vorrei” è molto più di una mostra. È un esperimento di partecipazione, un invito a immaginare insieme un futuro dove l’accoglienza e l’ascolto siano le fondamenta della comunità. Un progetto che, attraverso l’arte, la musica e la condivisione, dimostra che la città del domani inizia dai desideri e dalle voci di chi la vive oggi.

Testimonianze, aperitivo e teatro

Oltre alla mostra all’ingresso della sala Pro Busto, hanno arricchito l’iniziativa le testimonianze di chi ha vissuto l’affido, l’aperitivo preparato dagli studenti del Verri e lo spettacolo teatrale “Anche le spine hanno le rose. Voci e parole sull’affido familiare”.

«Attraverso le testimonianze di persone in affido – spiega il regista Fabrizio Bianchi – abbiamo voluto raccontare l’ampio quadro dell’affido familiare, fatto di molteplici sfaccettature. Non abbiamo preso un punto di vista specifico, ma abbiamo cercato di restituire voci, corpi e parole a partire da queste testimonianze. Nello spettacolo c’è una parte informativa importante che insegna al pubblico che cos’è l’affido, chi può accedere, quale il percorso e quali persone sono coinvolte».

Laura Vignati