Economia - 31 gennaio 2025, 13:06

«Oltre al danno, la beffa? La sicurezza non deve essere a carico di baristi e ristoratori»

Levata di scudi contro le linee guida del Decreto Piantedosi. Giordano Ferrarese, presidente provinciale di Fipe: «Anche se il Viminale ha corretto il tiro, ribadiamo che il controllo e la responsabilità di ciò che accade all’esterno dei locali non spetta a noi»

Giordano Ferrarese, presidente provinciale di Fipe

«La prevenzione di atti illegali e situazioni di pericolo nei pubblici esercizi non deve ricadere sui titolari delle attività». Una posizione netta, quella di Fipe, a livello nazionale e anche in provincia di Varese, di fronte alle linee guida annunciate dal ministero dell’Interno.

Una levata di scudi che ha portato il Viminale a precisare tempestivamente che l’accoglimento delle “indicazioni” contenute nel Decreto Piantedosi «è su base volontaria». In altre parole, nessun obbligo.

Incentivi bocciati

«Ma c’è un problema», evidenzia Giordano Ferrarese, presidente provinciale di Fipe, che contesta «l’intenzione di introdurre un beneficio riservato esclusivamente a chi applicherà le linee guida, ovvero l’installazione di costosi sistemi di videosorveglianza e la designazione di referenti per la sicurezza».

«Diciamolo chiaramente: chi può permetterselo? E poi, è giusto che solo i pochi che possono permetterselo godano di un vantaggio?»

Secondo Ferrarese, se si vuole parlare di incentivi, «bisognerebbe agevolare chi investe in professionalità e serietà, non chi – approfittando della legge Bersani sulla liberalizzazione delle licenze – ha abbassato la qualità delle attività. Chi ha le risorse per mettere un buttafuori all’ingresso non garantisce necessariamente un servizio di qualità o il rispetto delle normative».

Il presidente provinciale di Fipe propone quindi di ripristinare il modello delle vecchie commissioni commerciali, con un contingentamento delle nuove aperture e un controllo rigoroso dei requisiti dei gestori. «Il modello applicato sui Navigli di Milano negli ultimi mesi sta funzionando. Perché non replicarlo? Sta portando risultati positivi anche in termini di sicurezza».

Il protocollo per la legalità

Sul tema sicurezza, soprattutto alla luce dei recenti fatti di cronaca che hanno visto protagoniste bande di ragazzi senza regole e spesso violenti, Ferrarese ribadisce la piena disponibilità alla collaborazione con le forze dell’ordine da parte dei pubblici esercenti.

Ne è una prova concreta Securshop, il protocollo per la legalità e la sicurezza delle imprese, sottoscritto lo scorso giugno da Prefettura di Varese, Questura di Varese, Comando Provinciale dei Carabinieri, Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese, Confcommercio e Confesercenti.

«Gestori e personale di bar e ristoranti», conclude Ferrarese, «continueranno a fare la loro parte. Non dimentichiamolo: sono loro le prime vittime di queste bande di incivili, così come di vandali, ladri e rapinatori. Ma non ci si chieda di assumerci responsabilità che non ci competono per ciò che accade all’esterno dei nostri locali».

c. s.