“Insieme per il futuro senza dimenticare le tradizioni”. Una frase questa che ben riassume il lavoro realizzato dal comprensivo Galilei. L‘istituto che comprende scuole di Sacconago e Borsano si fregia del titolo di “green” e per questo lo ha voluto rispettare fino in fondo. In occasione della Gioeubia non ha messo a punto il classico fantoccio destinato a essere bruciato, ma ha pensato bene di realizzare un video e una canzone dove gli alunni hanno compreso il significato di questa tradizione bustocca, rispettando però l’ambiente. Inoltre hanno rispolverato la ricetta del risotto con la luganiga (in allegato).
Il video
Nel video gli alunni pongono domande alle insegnanti, tutte finalizzate a comprendere il significato della Gioeubia e le docenti ben volentieri accontentano le richieste dei ragazzi spiegando le origini, come si festeggia, come è fatta, come si scaccia, qual è il significato di questa tradizione e, dulcis in fundo, un alunno, Leonardo Gorletta, legge una poesia in bustocco.
«Sappiamo quanto siano importanti le tradizioni – commenta la dirigente Patrizia Isabella - Esse ci permettono di creare delle ricorrenze sensate e profonde che ci portano a riscoprire sensazioni, riflessioni, conoscenze e anche fare nuove esperienze se si tratta della scoperta di qualcosa che ancora non conoscevamo».
E aggiunge: «Una tradizione è un’opportunità per chi la scopre, ma anche per il territorio stesso, se viene valorizzata. Nei nostri quartieri il fantoccio della Gioeubia è molto sentito fra le famiglie, che colgono l'occasione per ritrovarsi e gustare insieme un buonissimo piatto di risotto, proprio come si faceva ai vecchi tempi».
Ma c’è di più: gli alunni per mettere a punto il video hanno scartabellato il libro “Scampoli di storia bustocca”: «Abbiamo unito la storia e la tradizione a strumenti innovativi, creando un video con Canva, dei podcast con le voci di alunni e docenti e, poi, abbiamo messo in musica la filastrocca in dialetto della Gioeubia utilizzando un programma di Intelligenza Artificiale».
Leonardo Gorletta, il piccolo amante del dialetto
In un’epoca in cui le tradizioni locali rischiano di perdersi tra le nuove generazioni, Leonardo Gorletta è una piacevole eccezione. Questo bambino ha conquistato tutti leggendo con passione una poesia in dialetto, dimostrando che l’amore per la lingua e le radici può nascere fin da piccoli.
La sua famiglia, profondamente legata al dialetto e alla cultura del territorio, ha sempre incoraggiato Leonardo a esprimersi nella lingua dei nonni, vedendola come un patrimonio prezioso da custodire e tramandare. E lui, con entusiasmo e naturalezza, ha raccolto l’invito, trasformandosi in un piccolo ambasciatore delle tradizioni locali.
Nella parte finale del video, Leonardo è intervenuto leggendo la poesia in vernacolo. La sua voce, limpida e sicura, ha dato nuova vita ai versi antichi, dimostrando che il dialetto non è solo un ricordo del passato, ma una lingua viva che può ancora emozionare. Leonardo, con la sua spontaneità, ha dimostrato che le nuove generazioni possono essere custodi di una cultura che rischia di scomparire.
Chissà, magari un giorno sarà proprio lui a scrivere poesie in dialetto, dando continuità a una tradizione che oggi, grazie a lui, ha trovato una nuova e dolcissima voce.