Si è tenuta ieri in commissione Bilancio del Consiglio regionale della Lombardia l’audizione di Banca d’Italia, chiamata dal Pd a illustrare l’ultimo aggiornamento congiunturale sull’economia lombarda, che nel novembre 2024 certificò l’arretramento della crescita della Lombardia e la perdita del ruolo di locomotiva d’Italia.
“I dati purtroppo confermano le difficoltà di un’economia di per sé forte, come quella lombarda e quindi mettono in luce l’assenza di una vera politica industriale della Regione e del Governo, come noi continuiamo a denunciare” dichiara Samuele Astuti.
“Non siamo più la locomotiva della crescita e questo è un fatto che dovrebbe far assumere misure straordinarie, non far mettere la testa sotto la sabbia, come invece sta avvenendo – prosegue Astuti-. A soffrire è soprattutto la manifattura, la cui produzione nel primo semestre del 2024 è diminuita dell’1,2%, soprattutto per la crisi delle aziende esportatrici e di grandi dimensioni, in modo particolare il settore tessile, siderurgico e meccanico. Se la disoccupazione è risultata essere bassa, le ore di cassa integrazione sono notevolmente cresciute, e questo conferma che il mercato del lavoro è sempre più povero, che i lavoratori lo sono”.
“Un dato veramente preoccupante, da questo punto di vista, è la rilevazione sulla ricchezza netta delle famiglie nell’ultimo ventennio, che vede quelle più giovani, entro i 44 anni, crollare di circa 40 punti rispetto alla linea mediana, mentre le famiglie dei pensionati detengono ormai un terzo della ricchezza complessiva, e sono salite di oltre trenta punti, a discapito soprattutto dei giovani. È un dato che dovrebbe scuotere la giunta regionale, che invece si barrica dietro i dati storici della nostra economia per non cambiare nulla” sottolinea il consigliere dem.
“Un altro dato eclatante è la debolezza degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo, lontanissimi da quelli delle regioni con cui la Lombardia compete. A investire sono solo le multinazionali ma, anche qui, meno che in quelle regioni. Il pubblico è il grande assente e la politica ne è responsabile” conclude Astuti.