Prima volta in provincia di Varese per l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi, affiancato dalla collega di giunta con delega alla Cultura Francesca Caruso in una visita delle aziende del territorio.
L’organizzazione della giornata, che si è sviluppata tra Fattoria Pasquè di Casale Litta, Salumificio Colombo di Crosio della Valle, Badi Farm di Sumirago, è stata affidata a Marco Colombo, sindaco di Daverio e imprenditore del settore.
«Qui ci sono eccellenze da salvaguardare, tornerò sicuramente», la promessa di Beduschi.
La giornata
La visita degli assessori di Fratelli d'Italia, è iniziata all’ora di pranzo alla fattoria Pasquè, storico agriturismo amatissimo anche dai bambini, protagonisti di attività didattiche. Qui c’è stato un confronto con amministratori del territorio – a partire dal sindaco “di casa” Graziano Maffioli, già senatore – imprenditori e associazioni di categoria (Confagricoltura e Coldiretti), che hanno degustato salumi, formaggi e vini del territorio.La giornata è proseguita al salumificio dello stesso Marco Colombo, dove è stata mostrata la legatura del salame prealpino varesino, e alla Badi Farm, allevamento e centro ippico che, tra l’altro, in occasione del Giubileo sta organizzando il passaggio a cavallo da Varese con arrivo a Roma.
Presenti, tra gli altri, i sindaci Stefano Ghiringhelli (Taino), Raffaele Simone (Azzate), Andrea Dall'Osto (Brunello), Marco Bortolussi (Crosio Della Valle), Fabrizio Montonati (Inarzo), Stefano Frattini (Gazzada), Yvonne Beccegato (Sumirago), Maurizio Mazzucchelli (Morazzone), Raffaele Simone (Azzate). Con loro anche il consigliere provinciale Marco Colombo.
La sinergia con la cultura
«Questo territorio è magico e riesce a coniugare il legame indissolubile tra arte e lavorazione della terra, cultura, tradizione, identità», osserva Beduschi. Sebbene l’agricoltura appaia quasi residuale, considerata l’importanza della logistica e di altre attività che si sono sviluppate nel Varesotto, «qui vediamo la capacità di credere nella storia, nella valorizzazione dei suoi usi e costumi. Questa è cultura», sottolinea, affiancato dalla collega Caruso. Con lei «abbiamo molte idee per valorizzare anche come hub turistico e culturale il settore agricolo. C’è un’enorme potenzialità anche in ottica olimpica. Tanti conoscono e ammirano i nostri prodotti, le Dop lombarde sono tra le più apprezzate al mondo. Dobbiamo essere bravi – e lo saremo – a far conoscere ancora di più le nostre eccellenze».«La cultura è una delega molto trasversale. Possiamo lavorare bene col settore dell’agricoltura – conferma Caruso –. La cultura si prende cura delle nostre tradizioni e identità, è la storia. L’agricoltura è la linfa. Riusciremo a portare avanti tante belle iniziative, valorizzando la nostra arte culinaria che è stata riconosciuta patrimonio Unesco».
Agli amministratori presenti, l’assessore gallaratese ha anche fatto sapere che a marzo si aprirà la possibilità di accreditare in Regione l’ecomuseo».
«Studiamo come aiutare il territorio»
Dalla sua prima uscita nel Varesotto, Beduschi ha ricavato un’impressione particolarmente positiva delle realtà visitate: «Giro molto la Lombardia e qui posso dire di aver trovato prodotti di qualità. Siamo in un posto speciale». In un «territorio che ha dato molto allo sviluppo industriale, della logistica. Ha donato forse troppi ettari al “progresso”, un progresso che chiede un po’ il conto in fatto ambientale. La difesa del territorio e della nostra storia passa anche dalla difesa di queste realtà. Gli imprenditori agricoli garantiscono qualità nei prodotti, con la voglia di innovare nella difesa della tradizione».
Il vino, ad esempio: «Si beve meno ma si beve meglio. Prevale la qualità: l’attenzione produttiva che qui ho toccato con mano va valorizzata. Perché porta interesse, turismo, curiosità. Il nuovo navigatore europeo cerca queste esperienze di nicchia. Se non difendiamo questa eccellenza, perderemo questi territori, l’opportunità di un lavoro bello e sano a beneficio dei nostri giovani, destinati a cercare qualche euro in più da frontalieri». Quindi «ritornerò perché insieme a voi mi auguro di poter studiare meccanismi di aiuto territoriale. C’è spazio e c'è gente che vuole mettersi in discussione».