È tornata a bruciare la Giöbia a Fagnano (è la prima a farlo nel Bustese) e l’ha fatto sotto i migliori auspici.
Oggi pomeriggio, 26 gennaio, il fantoccio con le sembianze di una vecchia, realizzata avendo come tema quello della pace, ha preso fuoco con facilità. Presto è divampato un grande rogo che ha illuminato e riscaldato piazza Repubblica, la piazza del mercato, gremita di persone.
Erano tanti anni che in paese mancava la Giöbia. Quest’anno l’Amministrazione comunale ha deciso di riproporla e per farlo ha coinvolto diverse realtà. All’organizzazione dell’evento hanno partecipato infatti la Protezione civile, la Pro Loco, CuoriKonnessi, l’Anf - associazione negozianti fagnanesi, i Calimali e il Moto club e il Gruppo Alfano che ha costruito il fantoccio.
Il falò è stato accompagnato dallo stand gastronomico con i piatti tipici del territorio, tra cui polenta e bruscitti, risotto con la luganiga e vin brulè.
Oltre alle brutture dell’inverno, come vuole la tradizione, le fiamme hanno bruciato anche i bigliettini con i pensieri scritti dai bambini. La pira si è accesa velocemente ed è per questo, secondo la saggezza popolare, che il 2025 sarà un anno propizio. All’appuntamento erano presenti i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, delle associazioni e il parroco don Simone Chiarion. «Il segno del fuoco è sempre bello se fa luce, se riscalda e indica che abbiamo dentro la passione per la vita» ha detto don Simone prima dell’accensione.
Il sindaco Marco Baroffio, oltre a ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla manifestazione, ha letto il messaggio sulla pace riprodotto ai piedi del fantoccio:
Giöbia come sempre ti vogliamo affidare
un desiderio da far avverare.
Ci troviamo tutti qui disperati
perché il mondo cerca e arruola ancora dei soldati.
Dall’Ucraina alla Terra Santa
dell’Amata Pace ne serve tanta.
Brucia, affumica e spazza via
chi sostiene ancora questa pazzia.
Che il tuo fuoco sia lungo e sincero,
che il suo calore si senta davvero.
Sei una favola o solo un’usanza,
per noi stasera sei la nostra speranza.
Alla fine, mentre il falò si riduceva, il cielo scuro della sera si è illuminato dei fuochi d’artificio.
La fagnanese Pinuccia Bossi ha letto una poesia in dialetto, da lei composta, sul tema del falò di fine inverno. «La Giöbia è nata per scongiurare aspetti negativi come la fame, la miseria, il freddo – così ha spiegato il senso del suo scritto - e per iniziare bene il nuovo anno. Allo stesso modo oggi vogliamo incominciare un anno nuovo lasciandoci alle spalle odi, rancori e cattiverie».
«Bisogna tener vivo il dialetto – ha aggiunto – perché è cultura, fa parte delle nostre radici che vanno conservate». E a proposito delle tradizioni, è felicissima del ritorno della Giöbia.
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