Valle Olona - 25 gennaio 2025, 08:30

Rione Insù, fino a quando potrà resistere? Tradizioni in pericolo senza il ricambio generazionale

Nell’associazione di Castellanza manca il ricambio generazionale e si fa sempre più fatica ad andare avanti. Per quanto riguarda i primi eventi dell’anno, l’allestimento della Gioeubia e la partecipazione alla Festa di San Giulio sono assicurati. Il presidente Giuseppe Visentini: «Castellanza è una città difficile. Per quanto ci riguarda le abbiamo tentate tutte»

Per quanto potrà andare avanti il Rione Insù, storica associazione castellanzese? Se lo chiede il suo presidente, Giuseppe Visentini, 75 anni, 45 dei quali passati all’interno del gruppo.

«Nuove forze non ce ne sono – afferma – e il più giovane tra i soci che lavorano ha 70 anni. Le abbiamo tentate tutte, ma non c’è niente da fare».

Nel corso del tempo, proprio per la carenza di persone disposte a dedicare le proprie energie agli altri, l’associazione ha ridotto le attività. Fino a qualche anno fa ad esempio veniva organizzata la Festa del rione Insù che durava tre giorni. Adesso non più. Per ora rimangono in calendario gli altri appuntamenti storici, a partire dalla Gioeubia che verrà bruciata come da tradizione l’ultimo giovedì di gennaio, e la Festa di San Giulio, sempre a fine mese.

I prossimi appuntamenti: Gioeubia e Festa di San Giulio

Visentini anticipa il tema della Gioeubia 2025: il passaggio di Castellanza da paese a città avvenuto nel 1974.

«Il fantoccio rappresenterà una vecchia che con un bicchiere e una bottiglia in mano – racconta il presidente del sodalizione – brinderà all’importante anniversario. Siamo alla fine del lavoro: c’è chi si occupa di modellare il volto, chi di confezionare il vestito, chi monterà la struttura e così via. Per la sua realizzazione ci vogliono circa 3 mesi di lavoro».

Nella stessa occasione, oltre a bruciare il fantoccio, il Rione si occuperà anche del vin brulé.

Alla festa dedicata al Patrono della città, il Rione Insù non farà mancare, come di consueto, la propria presenza e offrirà un aperitivo fuori dalla chiesa di San Giulio.

Il ricambio generazionale e il rapporto tra associazioni

Tasto dolente sono le forze. «Non ci sono ricambi - constata il presidente - e non ne capisco il perché. Prima entravano i giovani e coloro che andavano in pensione, ora non più. Io vado avanti, personalmente lo faccio volentieri, e penso che valga la pena far parte dell’associazione per dare qualcosa di bello alla popolazione. Mi auguro di continuare fino a cent’anni, ma io di anni ne ho già 75».

Attualmente gli iscritti all’associazione sono una sessantina, ma sono pochissimi, rileva Visentini, quelli che lavorano.

«Spero - questo è il suo auspicio - che arrivi qualche tesseramento in più altrimenti non sarà possibile andare avanti. E poi auspico maggiore collaborazione e coordinamento tra associazioni: la sovrapposizione di eventi ad esempio andrebbe evitata».

«Castellanza, una città difficile»

Dal punto di vista di Visentini la città negli anni è cambiata, e in peggio. «Castellanza è spenta, morta. Chi è di Ingiò si sente di Ingiò e chi è di Insù si sente di Insù, la rivalità c’è sempre, anche se questo comunque è tipico di tutte le città divise in rioni. Il paradosso, poi, è che i castellanzesi se c’è una festa in un altro comune ci vanno, ma alle feste “di casa” invece non partecipano. Insomma, Castellanza è, ed è sempre stata, una città difficile. Per quanto ci riguarda le abbiamo tentate tutte».

Una delle poche eccezioni in termini di partecipazione è la Gioeubia, sostiene il presidente, e questo grazie al coinvolgimento dei bambini delle scuole.

Mariagiulia Porrello