Busto Arsizio | 22 gennaio 2025, 13:38

Ciao Matilde, piccola grande guerriera: ci hai insegnato il tuo immenso amore per la vita

Busto piange questa meravigliosa bimba di 10 anni, che ha lottato con tutta se stessa e con l'amore infinito della sua famiglia contro la sindrome di Rett. Il ricordo della zia: «Matilde era arrivata come una luce inaspettata. La sua memoria è importante anche per dare speranza agli altri»

Ciao Matilde, piccola grande guerriera: ci hai insegnato il tuo immenso amore per la vita

Amore e dolore, infiniti entrambi. Si intrecciano nel dire addio a una piccola, grande guerriera: Matilde D'Alto, che a 10 anni ha trasmesso a tutti il suo amore per la vita, giorno dopo giorno, istante dopo istante. Lei che era nata pochi giorni prima della primavera, il 14 marzo 2014, è volata via nel pieno dell'inverno ma lascia una luce e un esempio profondi. Condivisi con la famiglia, perché con lei hanno combattuto mamma Kamila, papà Antonio, tutti i suoi cari. 

Ci offre con delicatezza e affetto il suo ricordo, zia Valentina: «Matilde era arrivata come uno spiraglio di luce inaspettato. Era sana, poi verso i 6-7 mesi i primi problemi». Erano le avvisaglie della sindrome di Rett, una malattia dello sviluppo neurologico rara chiamata delle "bambine dagli occhi belli", per via della capacità di comunicare con lo sguardo mentre il corpo diventava una prigione. E gli occhi di Matilde erano stupendi, con il mondo e il cielo dentro: non ha mai potuto camminare o giocare, ma riusciva a raccontare il suo grande cuore e ciò che amava così.

«Era un angelo e una grandissima guerriera - racconta ancora la zia - l'avevamo portata in Puglia, vicino al mare sperando che potesse giovarle, ma non è stato così». Neanche il trasferimento in un clima più favorevole, all'aria aperta e accarezzando le onde con lo sguardo, ha potuto frenare il male. Quindi il trasferimento in un ospedale romano lo scorso settembre, finché nelle scorse ore Matilde è volata via all'improvviso.

Lascia un vuoto immenso, ma ha riempito e riempirà per sempre il cuore di chi l'ha conosciuta e non solo. Ha lottato tanto e con lei tutta la sua famiglia a partire dai genitori, gli zii, i nonni. «Sì - ci dice ancora Valentina - con il loro amore infinito. Quello di una mamma che ha lasciato il lavoro 4 anni fa per trasferirsi in Puglia sperando in una vita un pochino più serena e leggera». Kamila si è dedicata completamente alla sua piccola e le è rimasta a fianco 24 ore su 24, « diventando non solo la mamma migliore ma anche un'infermiera, una dottoressa, il centro di tutto».  E così papà Antonio: «Ha lottato ogni giorno contro i più oscuri pensieri, trasferendo la sua vita intera per dare una speranza di vita migliore alla sua principessa. Lavorando sodo e avendo sempre una parola di conforto per gli altri nonostante vivesse un incubo». 

Ecco perché oggi non si può misurare un dolore così terribile, mentre ci si prepara a dare l'addio a Matilde nella chiesa di San Michele (venerdì 24 alle ore 11, preceduto dal rosario alle 10.45). Ma è doveroso e importante parlare di lei: perché Matilde lo merita, perché bisogna combattere con lei anche sostenendo la ricerca contro questa malattia e perché i suoi occhi gridano qualcosa di prezioso a tutti noi. Matilde, che adorava il mare, la musica, le coccole, ci dice di amare la vita come lei e con lei, ogni giorno.

Sarà possibile salutare Matilde da venerdì 24 gennaio, ore 8.30, nella Casa Funeraria ‘‘Le Origini-Mismirigo’’ in viale Sicilia 5.

Ma. Lu.

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