L'esempio di Valentina Bottini per gli anziani di Sant'Edoardo, a Busto Arsizio. La voglia di vivere, migliorarsi e darsi da fare, al massimo delle sue potenzialità. Ma anche i suoi occhi dolci e sinceri: Valentina ha incantano la folta platea che ieri pomeriggio ha letteralmente riempito lo Spazio Amico, la sala ricavata negli spazi parrocchiali in viale Alfieri.
La sua storia può essere d'esempio a tanti: coraggio, determinazione e resilienza possono migliorare la vita delle persone, a tutte le età: ascoltare come la trentottenne scrittrice bustocca (e collega, diciamo con orgoglio) affronta le sua malattia è motivo di crescita, di confronto con il mondo che ci circonda, di autoanalisi. Ne si esce sicuramente “più grandi”, a prescindere dall'età anagrafica riportata sulla carta d'identità.
Il libro da lei redatto, “Anche io salto i crepacci”, può essere salvifico: accompagnata dal padrone di casa don Antonio Corvi e dal professor Maurizio Moscheni, Valentina ha incantato i tanti astanti con i passaggi della sua storia da quando, all'età di dodici anni, scoprì di essere affetta dalla Atassia di Friedreich, una rara malattia neurodegenerativa a lenta progressione, genetica, ereditaria. Poi la fisioterapia, attività per lei vitale, e la decisione di raccontare questo percorso, presa durante le chiacchierate con il suo fisioterapista Mattia Brugali (LEGGI QUI)
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