- 21 gennaio 2025, 16:36

L’addio pieno di speranza a Paolo Fumagalli. Le sue ultime parole ai nipoti: «Sono pronto»

Funerali affollati, a Fagnano Olona, nonostante la possibilità di seguire la cerimonia on line. L’esempio offerto sul lavoro e nella vita di tutti i giorni, la volontà di «…fare sempre un passo insieme». E le ultime parole dette ai nipoti, nei momenti finali della malattia: «Sono pronto»

Il feretro di Paolo Fumagalli in San Gaudenzio

Dolore e speranza, l’uno e l’altra condivisi da una moltitudine di persone. Il funerale di Paolo Fumagalli, scomparso dopo una breve malattia che non ne ha incrinato carattere e fede, è stato partecipato e commosso. Commercialista, innumerevoli incarichi di responsabilità in imprese pubbliche e private (vedi QUI), già presidente di Compagnia delle Opere Busto Arsizio e di Fondazione San Giacomo, Fumagalli è stato salutato a Fagnano Olona, in una chiesa di San Gaudenzio che, pur capiente, non ha potuto accogliere i tanti convenuti. In molti hanno seguito le esequie on-line, a decine si sono raccolti sul sagrato (fra gli altri il sindaco di Busto, Emanuele Antonelli, ha potuto a fatica entrare il consigliere Francesco Attolini, all'interno il primo cittadino di Fagnano, Marco Baroffio).

«Ora è il compimento – ha sottolineato don Francesco Braschi nell’omelia – il momento in cui l’amico Paolo può dire con pienezza “Tu sai che ti voglio bene”» con riferimento alla risposta di Pietro al triplice, incalzante interrogativo che gli rivolge Gesù. Scelte dallo stesso Paolo, le letture del funerale: oltre al Vangelo di Giovanni, Isaia 53,10-11 («Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza») e lettera agli Ebrei 4,14-16 («Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno»). Brani che, ha sottolineato il celebrante, trasmettono una certezza: «Paolo ha trovato il senso di quello che stava vivendo». Sulle capacità e sullo stile evidenti nel lavoro, nella vita di tutti i giorni, nel rapporto con le tante persone incontrate: «Di solito riusciva e risolvere le questioni, sempre proponeva di fare un passo insieme». 

Nel messaggio dei familiari, una domanda sorta negli ultimi giorni, quelli della malattia affrontata dal marito e papà: «Una domanda ci accompagnato. Che cosa ci permette di stare di fronte a un dramma di tale portata?». Duplice la risposta: l’esempio di fede nel Signore che «rompe la solitudine» e la vicinanza degli amici, il loro accompagnamento, la capacità di condividere la speranza. Le ultime parole: «Sono pronto, ha detto ai suoi nipoti. Chiediamo la grazia di cominciare ogni giornata allo stesso modo».

Stefano Tosi