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Sport | 17 gennaio 2025, 19:19

I RICORDI. «Giacomelli è stato un maestro, il suo archivio sulla Pro Patria era incredibile. Busto sta perdendo una generazione importante»

In tanti raccontano perché Giorgio è stato fondamentale per la memoria storica dei tigrotti e della sua città. Legato indissolubilmente ai colori biancoblù, aveva cercato di tramandare i valori di quella Pro che aveva calcato i campi della serie A. Armiraglio: «Regalava articoli a presidenti e allenatori per trasmettere, a chi doveva guidarla, l'importanza della squadra»

I RICORDI. «Giacomelli è stato un maestro, il suo archivio sulla Pro Patria era incredibile. Busto sta perdendo una generazione importante»

«È stato un maestro». Apriamo questo album dei ricordi su Giorgio Giacomelli proprio con le parole dello stesso Giorgio Giacomelli. Le pronunciò nella primavera 2023 in riferimento ad Adamo Cocco a cui, quel giorno, veniva intitolata la tribuna stampa del Carlo Speroni. Anche Giacomelli, sicuramente, è stato un maestro. Maestro, prima di tutto, di cosa vuol dire Pro Patria per la città di Busto. Non un semplice tifoso, oltre che giornalista, ma anche e soprattutto un personaggio che ha fatto in modo che la tradizione delle tigri biancoblù potesse essere tramandata alle future generazioni bustocche. I racconti, gli aneddoti, i fatti: chi ha potuto ascoltarlo (o leggerlo) riferire di Pro Patria ha indubbiamente assorbito l'essenza di questa squadra, “vecchia gloria del calcio di A”. 

Quegli articoli d'epoca

Fu proprio grazie a lui che la sala stampa dell'impianto di via Ca' Bianca è intitolata a Cocco, come racconta l'ex presidente Alberto Armiraglio: «Fu lui a coinvolgermi quando ero assessore allo sport – spiega Armiraglio - , facemmo il primo incontro in centro insieme a Romussi, Taglioretti, Calloni. In generale abbiamo sempre avuto un bel rapporto: tantissime volte abbiamo parlato di Pro Patria, prima di tutto da tifosi». 

Giacomelli ci teneva a far capire cosa fosse la Pro Patria e quanto fosse importante la sua storia: «Quanti regali ha fatto a presidenti e allenatori biancoblù – prosegue Armiraglio – Tirava fuori articoli e documenti dell'epoca, risalenti al periodo in Serie A della Pro, per trasmettere l'importanza della squadra e far conoscere la sua storia a chi doveva guidarla. Lo fece spesso anche con me nei miei dieci anni di presidenza, portandomi copie di una volta del Tigrottino. Aveva un archivio incredibile e, quando ero assessore, con l'Amministrazione sostenni molto volentieri il libro che realizzò con la storia della Pro Patria, un documento che è e rimarrà importantissimo. Lo ricordo contento e soddisfatto il giorno della presentazione che facemmo in biblioteca, fu proprio un bel momento. Non abbiamo mai smesso di sentirci, l'ultima volta ci siamo scritti prima delle feste».

La Pro Patria è stata una “malattia” condivisa con tanti: «E' stato davvero una dura botta – commenta, con commozione, Lele Magni - , per me era come un fratello maggiore. Conoscevo Giorgio da trent'anni, era da poco andato in pensione. C'era un rapporto intenso, abbiamo parlato tanto di Pro Patria ma anche di Busto. Era un cantastorie, da lui ho potuto ascoltare tanti aneddoti dell'immediato dopoguerra, di quelli che non si possono scrivere ma solo tramandare oralmente. A suo modo ha raccontato la storia di Busto e il suo archivio è un'immensa risorsa cittadina».

Mai banale e sempre alla ricerca della verità, raccontata a suo modo: «Non si limitava a quelli che erano i suoi ricordi o al sentito dire – prosegue Magni - , percorreva tanti chilometri per poter raggiungere biblioteche dove approfondire e ampliare. Era molto legato a Dalla Valle (LEGGI QUI): Busto sta perdendo una generazione molto importante, quella che ha visto il secondo conflitto mondiale e ripartire l'Italia. Ai tempi d'oro a vedere la Pro andava mezza Busto e via XX Settembre, il giorno della partita, era un fiume di gente. Lui “impazziva” per i bustocchi che poi giocavano in prima squadra».

I tigrotti raccontati da lui, che aveva vissuto gli anni d'oro, avevano indubbiamente un sapore particolare ed è stato un punto di riferimento per i colleghi più giovani: «Quante chiacchiere sul calcio – scrive la penna di Marco Linari - Aneddoti a non finire, dritte per gli articoli sulla Pro ma anche su Busto. Ormai una ventina di anni fa fu pure una preziosa memoria storica nell'aiutarmi a redigere il libro sulla storia del calcio bustocco. Mancherà» .

Non solo Pro

Anche l’Ardor ricorda Giacomelli: «Con Giorgio – racconta il presidente del sodalizio santedoardino Alessandro Meraviglia - ho avuto un buon dialogo fin da quando sono diventato presidente, mi è spiaciuto molto per la dipartita di suo figlio Andrea, che ho allenato, Giorgio mi ha sempre interpellato per consigliarmi e sentire il nuovo corso dell'Ardor, anche con Maino ha sempre avuto un buon rapporto. Famosa, per me, fu una sua intervista a Nello Andreolli».

Un pensiero anche dal Busto 81 e dal suo direttore sportivo Massimo Tosi: «Ci mancherà, è stato un uomo di grande cultura della vita tigrottina: condoglianze».

Da Palazzo Gilardoni il pensiero arriva dall'attuale assessore allo sport Luca Folegani: «Pur avendo avuto la possibilità di conoscerlo poco – spiega il vicesindaco - avrò un bellissimo ricordo dei suoi racconti sulla Pro Patria negli anni in cui era una delle principali realtà calcistiche italiane. Sono sicuro che ora narrerà le gesta dei tigrotti a chi sta più in alto». 

Il suo predecessore Maurizio Artusa aveva lavorato a braccetto di Giacomelli quando si è ultimata l'assegnazione della sala stampa a Cocco: «Il ricordo di quell'avvenimento mi lega a Giacomelli, era una delle prime cose che avevo fatto nel mio percorso da assessore – ripercorre Artusa – Particolarmente significativa la foto di quel giorno che mi ritrae mentre Giorgio mi regala una copia storica del Tigrotto: spiega bene di come lui amasse raccontare della Pro Patria, nel suo stile molto bustocco. Ricordava a menadito i fasti della squadra ed evidentemente si dispiaceva, con una velata malinconia, di come non fosse più tornata in Serie A o B. Un vero tifoso, sempre presente, nella gioia e nel dolore. E' anche grazie a lui che ho imparato a conoscere quel pezzo di storia e quel modo che la città aveva di amare i colori biancoblù. Capire tutto ciò mi ha spinto a battermi ancora di più per permettere che si facesse il campo in erba sintetica per la Pro Patria e per i suoi giovani. Muore Giacomelli e con lui se ne va un pezzo di Pro Patria».

I funerali, lo ricordiamo, avranno luogo domani, sabato 18 gennaio, alle 10 nella chiesa dei Frati a Busto.

Giovanni Ferrario


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