Quei giorni di gennaio del 1985 portarono tanta neve, ma anche tante nascite. Mattia Costante è “figlio” della “nevicata del secolo”, nato all'ospedale di Busto Arsizio all'ora di pranzo del 15 gennaio 1985, nel pieno dello straordinario fenomeno atmosferico che investì Busto e tutto il Nord Italia quaranta anni fa esatti, tra il 13 e il 16 gennaio.
C'è infatti una credenza diffusa che il freddo possa indurre il parto, e alcune ricerche sembrano suggerire una correlazione. Studi scientifici hanno osservato che nei periodi più freddi dell'anno si registra un leggero aumento delle nascite spontanee. Tuttavia, le cause esatte non sono completamente chiare e potrebbero essere legate alla minor idratazione durante la stagione fredda, cambiamenti della pressione atmosferica e variazioni ormonali.
Così disse, seppur in maniera più empirica, un'anziana ostetrica dell'ospedale di Busto alla signora Luciana Peccati durante quel giorno di otto lustri or sono, quando Mattia venne al mondo. La mattina il reparto di ostetricia era quasi vuoto, mentre al termine della giornata si era riempito di neonati e di neo-mamme.
Ma già arrivare all'ospedale fu un successo per Luciana e anche per Mattia, che ha rischiato di nascere nei pressi del cimitero di Busto. La donna, infatti, arrivava da Lonate Pozzolo: «Il termine per la nascita di Mattia era a inizio febbraio – racconta Luciana – ma quel giorno ebbi delle forti contrazioni. Aspettammo un po' nella speranza che la situazione si tranquillizzasse, ma poi, insieme all'ostetrica privata che mi seguiva, decidemmo di partire. Non c'era più tempo di aspettare e, anche a causa della difficoltà degli spostamenti, non potevo aspettare mio marito». Alla guida si mise Orazio, nipote di Luciana e, da lì a poco, futuro cugino di Mattia: proprio per la sua “impresa automobilistica” ne diverrà anche il padrino.
Le strade erano talmente coperte di neve che si procedeva a passo d'uomo. Il tempo scorreva e Mattia scalpitava per uscire. «Nevicava talmente forte che i tergicristalli non riuscivano comunque a far vedere bene la strada – prosegue Luciana - Nei pressi del cimitero di Busto l'ostetrica si mise anche i guanti e disse “qui non facciamo in tempo”». L'emergenza rientrò e Mattia nacque regolarmente in ospedale, poco dopo mezzogiorno.
A quel tempo, le neomamme rimanevano otto giorni in ospedale. Luciana così, dalla finestra della sua stanza si gustò una Busto diversa e anche un po' magica. «Era tutto bianco e le strade si riempivano poco dopo il passaggio dei mezzi spazzaneve, ricordo diverse persone che giravano sugli sci. Da quella volta lì non ne ha fatta più così tanta. E' stata una cosa bellissima».