Cassetti ribaltati, porte divelte, computer e lavagna digitale distrutti. E la foto del presidente della Repubblica sfregiata.
La notte scorsa qualcuno si è introdotto nella scuola Fermi di Busto Arsizio, in via Rossini, lasciando dietro di sé un “disastro”. Ad accorgersene è stato il custode, che intorno alle cinque di questa mattina ha dato l’allarme. Sul posto sono arrivati i Carabinieri.
È in corso la conta dei danni: all’appello manca una borsa-valigetta con all’interno il pc e alcune penne Montblanc di proprietà della dirigente Stefania Bossi. Al di là di qualche monetina presente nelle macchinette del caffè, non sarebbero stati rubati beni o strumenti dell’istituto.
Ma i ladri hanno vandalizzato praticamente tutto quello chi si sono trovati davanti durante l’incursione, tra gli spazi della scuola secondaria di primo grado, la segreteria e la presidenza.
Colpito in particolare l’ufficio di Stefania Bossi, dirigente dell’istituto comprensivo Pertini di Beata Giuliana: i malintenzionati hanno fatto un grosso buco nella porta e rotto lo schermo del computer. Hanno poi rigato il tavolo delle riunioni, danneggiato i mobili, messo a soqquadro la sala insegnanti ribaltando i cassetti, divelto una porta. Svuotati anche i cassetti delle classi: in un’aula hanno pure colpito una digital board.
Sparita, come detto, una borsa della preside, mentre altri oggetti di qualche valore (come mini computer e le casse utilizzate per le lezioni di scienze motorie) non sono stati toccati. Evidentemente non interessavano ai ladri, che non sono riusciti ad accedere ai laboratori, protetti da porte blindate.
Danni di non poco conto, insomma. Ma tra il disordine e le porte distrutte, la dirigente si rammarica soprattutto per uno sfregio simbolico: «Hanno colpito, probabilmente con un cacciavite, la foto di Mattarella appesa nel mio ufficio. Siamo una scuola e il presidente rappresenta il vertice delle istituzioni, è un simbolo importante. Nel bilancio di quanto accaduto, è questa la cosa che pesa maggiormente. Mi auguro che chi ha compiuto questo gesto sia ignorante al punto da non sapere di chi si trattasse».
Stefania Bossi ha raggiunto la scuola poco dopo le cinque, dopo l’allarme lanciato dal custode: «Provo molta tristezza – afferma –. Si dovrà porre riparo con soldi dello Stato. Colpire le cose pubbliche significa fare un danno a se stessi».
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mercoledì 08 gennaio
martedì 07 gennaio