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Cronaca | 07 gennaio 2025, 20:10

Busto saluta l'industriale Pietro Randi

Appassionato di montagna, generoso e gran lavoratore: insieme ai fratelli, aveva condotto la Tessitura Randi di via Ponzella, a Sant'Edoardo. La figlia Nicoletta: «E' stato un papà adorabile e amava la sua città»

Busto saluta l'industriale Pietro Randi

Un uomo che ha contribuito a fare grande Busto: all'età di novantadue anni si è spento Pietro Vittorio Randi, famoso soprattutto per la tessitura che, insieme ai fratelli, ha condotto da giovanissimo nell'immediato dopo-guerra. L'azienda era stata fondata nel 1931 dal padre Antonio nel quartiere di Sant'Edoardo. 

«È stato un papà adorabile, sempre presente – ricorda commossa la figlia Nicoletta - Era una persona con un carattere forte, alle volte anche un po' deciso, ma di una generosità estrema. Amava tantissimo la montagna, la città di Busto e la tessitura. È un uomo che ha vissuto appieno la sua vita, era molto sportivo e fino a qualche settimana fa guidava ancora la sua auto». 

Uno dei sette figli (sei maschi e una femmina) di Antonio Randi, fondatore della Tessitura Randi; finito il secondo conflitto mondiale è il primo, a diciannove anni e dopo aver conseguito il diploma di perito tessile a Bergamo, a prendere in mano l'azienda di famiglia quando il padre muore prematuramente nel 1952, in attesa che i fratelli più grandi ultimassero gli studi universitari. 

Adorava la Valvigezzo, luogo che aveva ospitato lui, i suoi fratelli e la madre durante la guerra: il padre Antonio curava la tessitura e in bicicletta raggiungeva la famiglia, anche per portare viveri, quando poteva. 

Poi Pietro è diventato grande tutto d'un colpo e, insieme ai fratelli, ha fatto grande l'azienda di famiglia: «A Busto è indubbiamente stato un personaggio conosciuto, non so quanti dipendenti avesse la tessitura negli anni migliori – prosegue Nicoletta, che ha due sorelle, Marina e Anna - Ma ha fatto anche tanto altro: era appassionato di sci e ha partecipato tante volte alla marcia longa, andava in bicicletta e giocava a tennis; non a caso è stato uno dei fondatori del Tennis Club di Busto, al confine con Castellanza. Poi era bravissimo nei lavori di falegnameria, costruiva mobili e, da piccolo aveva realizzato un bellissimo biliardino. Aveva anche grandi doti umane: era una persona estremamente responsabile e, quando qualcuno aveva bisogno, lui era il primo a correre». 

Ha abitato fino alla fine nella storica abitazione di via Ponzella. Il funerale si svolgerà giovedì 9 gennaio, alle 15.30, nella chiesa parrocchiale di Sant'Edoardo.

Giovanni Ferrario

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