Erano centinaia le persone presenti. Diverse le personalità della politica e delle istituzioni, rappresentanti della moda e tanti tanti dipendenti, vecchi e nuovi, della Maison. In molti avevano indosso almeno un capo o un accessorio firmato Missoni, contribuendo a rendere l’atmosfera della cerimonia densa di simboli e colori. Su ogni sedia, poi, un originale "santino" realizzato dalla nipote di Rosita Missoni, Teresa, che ha ritratto il volto della nonna tra i petali di una rosa dai colori pastello, accompagnata dalla frase "Rosita, la più radiosa mai esistita. 1931-2025».
A pronunciare l’omelia è stato Monsignor Giulio Dellavite, delegato vescovile della Curia di Bergamo, da anni vicino alla famiglia Missoni, fu lui a celebrare il matrimonio di Margherita, nel 2012.
Il suo è stato un ricordo particolarmente intimo e delicato: «Una rosa - ha detto- e così Rosita, incanta per i suoi colori. Una rosa, e così Rosita, riempie lo spazio per la sua eleganza, consegna un messaggio di amore, porta con dignità le sue spine, rende presente l'invisibile». Proprio mentre nasceva l'anno nuovo, ha evidenziato poi Dellavite, lei moriva: «Una contraddizione».
«Il poeta Marc Levy - ha quindi aggiunto - ha scritto - "le rughe formano le più belle righe della vita, quelle sulle quali si leggono i sogni". Le inconfondibili righe di Missoni si intrecciano. E su quelle righe lei, Rosita, ha saputo dipingere sogni e valori. Lei, che non ha mai voluto essere appariscente, ma ha sempre cercato di portare luce ed energia, ha sempre reso migliori le persone e le situazioni. Colpiva con la delicatezza della sua essenza, con la forza della gentilezza come potenza delicata per acutezza di intelligenza, per determinatezza di carattere, per profondità di pensiero, per intensità di sentimenti. E questo è possibile solo a chi ha il coraggio di curare la propria anima. A chi, prima del benessere, ha a cuore l’essere bene per sé, per le persone che ama, per chi è accanto, per i suoi dipendenti, per la società. Grazie Rosita del dono della rosa della tua vita che incanta per i suoi colori. Buon paradiso, Rosita».
Molto toccante ed evocativo anche il ricordo dei nipoti; hanno emozionato le parole di Margherita, figlia di Angela Missoni: «Mia nonna - ha detto - era audace; la ricerca del bello ha permeato la sua vita con una passione che le faceva brillare gli occhi. La sua opera principale è stato creare un modo di vivere semplice, ma sofisticato e un nuovo modo di uscire, di ricevere e di fare famiglia allargata e accogliente. Ambiva alla perfezione e non conosceva autocommiserazione; piegava il dolore con curiosità e disciplina. Viveva gli ostacoli come un’opportunità. Severa insegnante, i pochi a resisterle le saranno per sempre grati. E tra di loro ci sono anche io, allieva devota».
A concludere la cerimonia è stata quindi Angela, terza figlia di Rosita e Ottavio Missoni: «E’ davvero troppo quello che mia madre ha lasciato non solo a me, ma a tutte le donne del mondo e quanto la sua visione abbia cambiato tante cose nel mondo. E’ stata una mamma tenerissima e dolcissima. Essendo io la terza figlia -ha aggiunto - mia madre aveva sempre poco tempo e tanti sensi di colpa. Ma mi ha lasciato tanti spazi che mi hanno reso una donna indipendente e autonoma di cui andava fiera. Non posso che ringraziarla per tutto quello che ha fatto per noi e per la nostra famiglia».
La cerimonia funebre è terminata con la benedizione del feretro e dei tanti presenti, che si sono stretti a lungo attorno ai familiari della stilista. Ora l’ultimo viaggio di Rosita Missoni sarà verso Varese, dove si terrà la dispersione delle ceneri al Sacro Monte.