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Busto Arsizio | 23 dicembre 2024, 08:42

Blandini, da una vita in polizia ai libri: «Amo la storia, l'Abruzzo e trovo bella Busto»

Il commissario, ora in pensione, ha pubblicato "La stirpe dei lupi", dedicato ai Marsi. In memoria di mamma e papà, ma anche del mio cane Sansone che mi ha salvato la vita». Un invito a guardare dentro e oltre le cose e sì, presto scriverà un thriller

Blandini, da una vita in polizia ai libri: «Amo la storia, l'Abruzzo e trovo bella Busto»

Una vita in polizia, tra i fatti anche tragici della vita. In pensione il commissario Alberto Blandini ha deciso di affiancare all'amore per la lettura quello per la scrittura, ma il suo esordio è ben lontano dal mondo della cronaca. Ha infatti pubblicato "La stirpe dei lupi", un fantasy che pur si nutre di storia.

«È un incontro di generi - sottolinea Blandini - Io ho una visione molto cinematografica, sono un appassionato di mistero. Di quello che non capisci e che molti non vogliono guardare. Così ho voluto mischiare la mia passione per il mistero e l'amore per la terra, quella che mi ha dato i natali». L'Abruzzo nel cuore, ma non meno di Roma e di Busto Arsizio perché  - tiene a sottolineare - per lui la città che poi l'ha accolto e dove tuttora vive è bella, senza alcun dubbio. 

Il romanzo viene definito «storia visionaria dell'epopea dei Marsi, popolo di guerrieri, druidi e adoratori di serpenti». È dedicato alla memoria di mamma Gabriella (Elettra) e papà Pietro, ma si cita anche «la partecipazione straordinaria di Sansone» il cane che - spiega Alberto - mi ha salvato la vita». Si parte da una nevicata di quelle che spingono a stare accanto al camino ad assaporare calore, tabacco e storie: così uno zio si mette a tessere un racconto per il nipote, legato appunto ai «Marsi, i nostri avi... nonostante siano uno dei più antichi popoli italici restano poche testimonianze... Le leggende la fanno da padrone».

Da qui si dipana un intreccio di fatti, anche terribili, crudi. Com'era (e a volte usare il passato non è purtroppo nemmeno corretto) l'umanità. Donne e uomini coraggiosi, fieri, avidi, corrotti si mischiano in un intreccio di vicende che vede la lotta per sopravvivere, ma anche per preservare la propria identità. La guerra che si rinnova in continui rivoli, la guerra che non è mai finita. Una grande epopea che si conclude con una profezia, l'ultima divinazione di Umbrone, figura particolarmente cara a Blandini. «Sì, è mi è venuto fuori un personaggio insoddisfatto della sua vita, alla ricerca del padre e della madre, poi morta - osserva - di lui parla Virgilio nell'Eneide e mi ha affascinato. Incarnava un po' la natura del popolo dei Marsi,  Druidi guerrieri». 

Blandini ha 64 anni e da quando ne ha 23, dopo il servizio militare, ha iniziato a lavorare sulle volanti a Roma. A Busto Arsizio è arrivato nell'89. Tanti lo conoscono in città per la sua serietà, la sua dedizione, il suo stile preciso e pacato al Commissariato.  Gli è sempre piaciuto scrivere e per il debutto ha appunto scelto un genere ben lontano dalle sue tantissime esperienze di lavoro. Anche se ora sta scrivendo un thriller, ma avvisa «come nel libro non c'è un riferimento personale a me».  

Il suo primo libro è sì un racconto travolgente, ma anche un fermo richiamo a guardare dentro e oltre le cose. Come quegli strani globi rossi che ancora oggi sul massiccio del Velino si possono scorgere immersi in una non meno strana danza. Come scrive, «i carri degli dei percorrono ancora indisturbati i cieli del mondo. Molti riescono a vederli ma il pensiero dominante li obbliga a ignorarli, a considerarli un'illusione».


 

Marilena Lualdi

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