Il 2027 sarà un anno di importanza monumentale per la politica in provincia di Varese. In primavera, infatti, andranno al voto le tre città più grandi del territorio: oltre al capoluogo, saranno chiamati alle urne i cittadini di Busto Arsizio e Gallarate.
In tutti e tre i casi i sindaci uscenti termineranno il secondo mandato e non potranno candidarsi per la terza volta. A meno che nel frattempo la legge non cambi, ipotesi al momento lontana.
In ogni caso, nel centrodestra si comincia a fare qualche nome di possibili candidati. Agli appuntamenti elettorali mancano due anni e mezzo, quasi un’era geologica in politica. Non è però troppo presto per cominciare a fare qualche riflessione informale e le voci iniziano a circolare (più o meno convintamente). Con la consapevolezza che, appunto, di voci si tratta e che lo scenario da qui al 2027 potrà cambiare più volte e i fattori da considerare saranno tanti. Dalle vicende e dagli equilibri nazionali fino all’eventuale riforma delle Province che, se andasse in porto, comporterebbe trattative e ragionamenti per le elezioni di Villa Recalcati che coinvolgerebbero anche quelli relativi al voto nei Comuni.
VARESE
La grande sfida per il centrodestra è riprendersi il capoluogo dopo due mandati a guida Davide Galimberti. Lo scorso febbraio, il consigliere comunale leghista Matteo Bianchi aveva lanciato la propria ricandidatura.
Ci aveva già provato nel 2021, con una campagna elettorale costruita in tempi molto stretti dopo la dolorosa rinuncia di Roberto Maroni. Questa volta Bianchi si è mosso a sorpresa e con l’anticipo – larghissimo – di tre anni.
Sebbene la sua autocandidatura abbia ricevuto la pubblica “approvazione” di Matteo Salvini durante una visita sul territorio, bisognerà vedere se l’opzione dell’ex deputato verrà portata avanti a tempo debito. Innanzitutto dalla “sua” Lega. Sempre che quella di Bianchi non sia stata una provocazione per dare la scossa ai suoi.
A circolare negli ultimi tempi sono altre ipotesi. Una è quella che porta a Luca Marsico: non è una novità, va detto, che si faccia il suo nome come possibile candidato primo cittadino di Varese. Fatto sta che, parlando con gli addetti ai lavori di quest’area, quella dell’avvocato, ex consigliere regionale ed ex assessore e vicepresidente della Provincia di Varese, rimane una possibilità degna di menzione. Sebbene Marsico abbia lasciato la politica attiva (e Forza Italia) ormai da qualche anno.
Ma nel centrodestra si vocifera anche di un altro “moderato” (fin dal nome del partito di appartenenza): Raffaele Cattaneo, esponente appunto di Noi Moderati. Cattaneo può vantare un curriculum importante nei palazzi di Regione Lombardia: prima di ricoprire di l’attuale ruolo di sottosegretario alle Relazioni internazionali ed europee, è stato – tra l’altro – assessore e presidente del Consiglio al Pirellone.
Sul fronte di Fratelli d’Italia, candidato di bandiera potrebbe essere Luigi Zocchi. Ma lo stesso consigliere regionale pubblicamente “spinge” per uno dei suoi vicecommissari a Varese, Giossi Montalbetti.
BUSTO ARSIZIO
Diversamente da Varese, a Busto Arsizio il centrodestra è al governo della città. Lo è da sempre, nella Seconda Repubblica. Emanuele Antonelli è al secondo mandato: dopo la prima elezione da civico, nel 2021 è stato confermato come candidato di Fratelli d’Italia.
Nel 2027 terminerà la propria esperienza da sindaco (e a quel punto potrebbe guardare al Consiglio regionale). E Fratelli d’Italia potrebbe voler mantenere la guida della città più popolosa della provincia (dove, peraltro, dopo il rimpasto dello scorso ottobre esprime pure il vicesindaco con Luca Folegani). Una sfida sulla carta meno ardua rispetto al tentativo di ribaltone a Varese.
Il nome che circola per la “continuità” è quello di Paolo Montani. Ex forzista, presidente di Agesp Energia, è un’ipotesi gradita alla parte di circolo più vicina all’eurodeputato Mario Mantovani.
Difficilmente, però, la Lega accetterà senza battere ciglio di dover rinunciare ancora al candidato. Il Carroccio per vent’anni ha lasciato spazio agli alleati: il forzista Gigi Farioli, prima, e poi appunto Antonelli. Non senza fibrillazioni: nel 2011, prima che intervenissero da Roma i piani alti dei partiti per convergere sul Farioli bis, la Lega aveva già annunciato il proprio candidato, Claudio Tovaglieri (zio dell’eurodeputata Isabella). Dieci anni più tardi, dopo la conferma della ricandidatura di Antonelli per il centrodestra, Francesco Speroni lasciò per protesta la segreteria della sezione di via Culin.
Ma il partito di Salvini chi potrebbe schierare a Busto? Con la riconferma a Bruxelles nella tornata di quest’anno, Isabella Tovaglieri si è chiamata fuori dal toto-nomi. Una figura di peso è sicuramente quella dell’attuale assessore ai Servizi sociali Paola Reguzzoni, sebbene la storica militante – dopo la sconfitta alle inusuali primarie del centrodestra contro Antonelli nel 2016 – dica di non perseguire più questo progetto.
C’è poi la collega di giunta Manuela Maffioli, assessore alla Cultura. Che, però, dal rimpasto è uscita “depotenziata”, costretta a rinunciare al ruolo di vicesindaco e alla delega al Commercio (e alla visibilità connessa). Bisognerà poi vedere che cosa deciderà il sindaco Antonelli, che nell’ultimo consiglio comunale ha annunciato che potrebbe avere in serbo un ulteriore cambio nell’esecutivo.
GALLARATE
Come a Busto Arsizio, anche a Gallarate governa un’amministrazione di centrodestra. In questo caso, il sindaco al secondo mandato, Andrea Cassani, è anche il segretario provinciale della Lega. Aspetto non secondario in fase di trattative con gli alleati. Tra l’altro, quando le vicende locali si fanno particolarmente ingarbugliate, non è raro che vengano coinvolti anche i piani superiori dei partiti (il lunghissimo rimpasto bustocco è l’ultimo esempio). E solo una settimana fa, la Lega ha eletto per acclamazione il suo nuovo segretario regionale. Si tratta di Massimiliano Romeo, che Cassani ha definito «non solo candidato unico, ma unico candidato possibile per la Lombarda». Sono ottimi, dunque, i rapporti col senatore, spesso presente in provincia di Varese.
Insomma, ci sarebbero le premesse per cercare di riproporre un candidato leghista. Anche perché qui, rispetto alle altre due città, un nome in pole-position (perlomeno in questa fase) c’è già ed è quello di Claudia Mazzetti, assessore a Cultura, Istruzione e Sport, nonché miss preferenze alle elezioni del 2021, con 427 voti personale. La Lega punta su di lei.
Gallarate, però, è la città dove Forza Italia appare maggiormente in fermento. Qui, distinguo e fazioni non sono rimasti nascosti dietro le quinte. Il risultato del congresso cittadino previsto nella prima parte del prossimo anno – dove se la vedranno le correnti che fanno riferimento al vicesindaco Rocco Longobardi (più “filogovernativa”) e all’ex primo cittadino Nicola Mucci – avrà un peso non secondario in questa partita.
E sullo sfondo c’è Fratelli d’Italia, che a sua volta potrebbe ambire alla poltrona principale di Palazzo Borghi. Il partito di Giorgia Meloni in città è guidato da Francesca Caruso, che oggi occupa il prestigioso incarico di assessore alla Cultura. E che – viene da pensare – in futuro potrebbe eventualmente ambire all’elezione in Parlamento, sfumata per un soffio nel 2022. In rampa di lancio anche Marco Colombo, che alterna il ruolo istituzionale di presidente del Consiglio comunale gallaratese e quello di capogruppo di FdI in Provincia, dove è stato rieletto a fine settembre col maggior numero di voti ponderati.