Quanto giovani sono i giovani di Croce Rossa? E quanti sono? Risolve il quasi scioglilingua Valentina Turri che, nel Consiglio direttivo di Cri Busto, è la consigliera di riferimento per i meno "âgé": «La fascia d’età è ampia, si va dai 14 ai 31 anni. Il nostro comitato conta 180 iscritti appartenenti alla categoria, quelli più attivi sono una ventina». Tanti? Pochi? «Dipende dai punti di vista. I nostri numeri, di per sé, sono buoni. Ma la botta del Covid si è fatta sentire sul “nocciolo duro”, il blocco forzato di certe attività ha lasciato un segno che ancora si percepisce. Miglioriamo, un passo alla volta si recupera il terreno perduto».
Parlare di giovani in Croce Rossa significa indagare il tema del volontariato, scattare una foto. Magari dall’inquadratura circoscritta ma con contenuti significativi, affidabili. Dunque, ai giovani interessa ancora spendere del tempo per gli altri? Vogliono fare i volontari?
Direi di sì, perlomeno per quello che posso osservare. Tracciare un identikit è impossibile ma qualche caratteristica è più ricorrente di altre. Per esempio l’avere già avuto a che fare con Croce Rossa, per le ragioni più disparate. C’è chi ha familiari impegnati in Cri, per esempio, e fin da piccolo, o piccola, ha desiderato seguirne le orme. E c’è chi ha passato brutte esperienze, un congiunto dipendente da sostanze o rimasto coinvolto in un incidente. Avere visto all’opera i nostri è motivante. Poi c’è chi ha, di suo, una particolare sensibilità sociale, magari conosce i temi legati ai senza dimora e vuole dare una mano, migliorare il mondo per quanto può.
Che cosa fa un giovane in Cri?
Si forma, ovviamente, certe conoscenze sono indispensabili. E poi si impegna. Una delle attività più gettonate, un vero classico, è l’azione sul fronte della sicurezza stradale. Sensibilizziamo, informiamo. Andiamo ovunque si possa veicolare il messaggio. Giochiamo anche.
Giocate?
Sì. Essere “leggeri” serve, per rompere il ghiaccio si parte “soft”, per esempio con i nostri coetanei. Poi però li freghiamo (risata, breve Ndr). Dobbiamo arrivare a temi importanti, a fare riflettere. Il gioco ovviamente si usa con i bambini. Una volta a settimana siamo in Pediatria, all’ospedale di Busto. Intratteniamo i pazienti, spezziamo la routine e la noia del ricovero. Ancora, c’è il truccabimbi, un grande classico dei nostri stand. Del trucco, del resto, si fa anche un uso molto serio.
Quasi una dimostrazione istantanea del passaggio dalla leggerezza ad altro, giusto?
Sì, è uno schema ricorrente. Quella del trucco e della simulazione è un’attività connessa alla Sicurezza stradale e a molto altro. Il simulatore mette in scena una situazione critica. Può essere un incidente. Il truccatore interviene sulla sua persona per rendere la messa in scena più verosimile. Sembrerà banale, ma serve anche questo, un conto è la teoria o addestrarsi con manichini, un altro è avere davanti una persona in carne e ossa. Ecco, i soccorritori si allenano anche così alla vista del sangue, per esempio, mentre intervengono.
Che reazioni hanno i vostri pari età quando li avvicinate e raccontate che cosa fate?
Al primissimo momento è facile che si mettano sulla difensiva. Temono che chiediamo loro soldi. Le donazioni servono, intendiamoci, ma non puntiamo sempre e solo a quello. E poi… davvero siete volontari in Croce Rossa? È possibile fare una cosa del genere? Ce lo chiedono, sono in tanti a non conoscere questo tipo di volontariato o a immaginare che ragazzi e ragazze possano impegnarcisi. Si deve lavorare, su questa conoscenza, un po’ come quando si cerca di fare capire che Cri, in generale, è sì ambulanza e sirene ma non è solo ambulanza e sirene.
Però un po’ vi sentirete anche fighi, appartenenti a un club esclusivo…
Ci sentiamo amici, direi. Gli screzi capitano, è normale. Ma nel complesso prevale la sensazione che stiamo facendo un percorso. Per quanto detto prima, è anche chiaro che fra di noi c’è spazio per il divertimento, la goliardia.
Che cosa deve avere un ragazzo o una ragazza per unirsi a voi? E che cosa può trovare?
Deve avere… entusiasmo. Voglia di fare, di brigare. A manetta. Quello che si trova lo si scopre venendo, frequentando. Di sicuro in questa forma di volontariato c’è molto più di quello che sembra dall’esterno ma il buono che ne deriva cambia molto a seconda del carattere, della sensibilità personale. Qui, ognuno ha la possibilità di trovare il suo posto.
Da alcuni mesi la Croce Rossa ha preso casa in una sede nuova. Ha cambiato qualcosa anche a voi giovani?
Intanto, tra i progettisti c’è il nostro presidente, l’attenzione alle funzioni è stata per forza di cose massima. Un bel vantaggio, in generale. La sede è bella, viene spontaneo invitare le persone a farci visita, a scoprirci.
Assist classico: il prossimo appuntamento?
Oggi pomeriggio. Fino alle 18, Babbo Natale, con i suoi elfi, accoglierà i bambini, riceverà le loro letterine, si farà fotografare. Faremo anche merenda insieme.