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Economia | 19 dicembre 2024, 07:00

Trapianto di capelli e diabete: correlazione nella calvizie

E' possibile che il diabete sia correlato alla calvizie? Scopri tutti gli accorgimenti da seguire prima di affrontare un trapianto di capelli.

Trapianto di capelli e diabete: correlazione nella calvizie

Trapianto di capelli e diabete: quali accorgimenti

È risaputo che l’autotrapianto di capelli non è procedura per il recupero della chioma adatta a tutti: è ad esempio il caso dei soggetti diabetici, i quali non sempre si possono sottoporre a questo intervento senza rischi. E in maniera risolutiva. Dunque il diabete fa perdere i capelli? Scopriamo insieme perché e gli accorgimenti da seguire prima di un trapianto della chioma.

 Il diabete fa perdere i capelli?

Patologia sistemica che si manifesta con l’incapacità dell’organismo di gestire correttamente il flusso di glucosio nel sangue, il diabete può avere un certo ruolo anche sulla salute dei capelli. È infatti risaputo che tra i pazienti diabetici il diradamento progressivo della chioma possa presentarsi, sia in maniera localizzata che diffusa: un esempio sono gli individui affetti da diabete mellito di tipo I, i quali risultano tra i più inclini a soffrire di alopecia areata e delle sue tipiche chiazze glabre. Tuttavia, il diradamento da diabete può manifestarsi in tutto il corpo. Ecco cosa lo scatena.

La caduta dei capelli in questione nasce dalla resistenza del corpo all’insulina: le cellule dell’organismo (anche quelle dei follicoli piliferi), non riuscendo ad assorbire il glucosio dal sangue e ad ottenere quindi una valida fonte di energia per il loro funzionamento, richiedono all’organismo di produrre più insulina, con i livelli di zucchero endogeni che si alzano, portando a diabete mellito di tipo II. Va da sé che tale condizione alteri l’attività di molti organi e tessuti, come anche i vasi sanguigni che, ricevendo meno ossigeno e nutrienti, non riescono a “cibare” in modo completo le cellule del corpo, di cui anche i bulbi capilliferi. In assenza di adeguato nutrimento, quindi, alterano il normale ciclo di vita del capello, incentivando la fase telogen e rallentando la anagen.

La calvizie da diabete colpisce ugualmente uomini e donne (che richiedono però trattamento diverso) e generalmente, tenendo sotto controllo la malattia, può essere reversibile.

 Fattori che influenzano la caduta dei capelli da diabete

Alcuni fattori che possono presentarsi accanto all’insulino-resistenza, sono in grado di aumentare la portata della calvizie o alopecia da diabete. Tra i quali:

●      Squilibri ormonali. Livelli di glucosio troppo elevati nel sangue, possono minare il corretto funzionamento del sistema endocrino, impattando sulle naturali fasi del ciclo di vita dei capelli.

●      Problemi circolatori. La caduta dei capelli è accentuata dalla mancanza di ossigeno e di nutrienti ai follicoli. L’alto livello di zuccheri impatta sulla funzionalità dell’emoglobina (emoglobina glicosilata).

●      Malattie autoimmuni: i diabetici di tipo I, a matrice autoimmune, hanno molta più probabilità di soffrire di forme di alopecia e calvizie rispetto ai diabetici di tipo II. Poiché il loro sistema immunitario aggredisce erroneamente le cellule sane – anche i bulbi piliferi – minando la loro attività produttiva.

●      Stress. La condizione diabetica causa stress in molti pazienti, incentivando la caduta dei capelli.

 Trapianto di capelli e diabete: cos’è necessario sapere

Il progresso nella medicina estetica e, soprattutto, nelle tecniche di rimedi all’alopecia, ha permesso al trapianto dei capelli di diventare cura utile anche ai pazienti diabetici, che così hanno l’opportunità di migliorare il proprio aspetto e l’autostima. È tuttavia per loro fondamentale consultare un équipe specializzata in dermatologia ed endocrinologia, prima di procedere con un trattamento senza rischi e per essere certi di essere ottimi candidati a un’operazione sicura.

Non tutti i pazienti diabetici sono infatti automaticamente idonei a un trapianto di capelli in quanto, la stessa idoneità, dipende strettamente dalla tipologia di diabete di cui si soffre, dal controllo glicemico, dalla presenza di complicanze legate al diabete o patologie associate.

Quali pazienti diabetici possono fare il trapianto?

Generalmente i pazienti diabetici considerati come migliori candidati all’autotrapianto della chioma sono coloro che soffrono di diabete mellito di tipo II. Questo perché il loro indice glicemico è meglio controllato e controllabile.

Cosa succede a chi soffre di diabete mellito di tipo I?

Nei pazienti diabetici di tipo I, che richiedono continuo apporto di insulina, il trapianto di capelli può invece essere più complicato. Bisogna infatti considerare che si tratta di una procedura chirurgica, che può durare più ore, così richiedendo più aggiustamenti di insulina in corso d’opera.

Cosa fare?

Per tutti i pazienti diabetici, indipendentemente dalla tipologia specifica della malattia, risulta tuttavia fondamentale un attento controllo pre, durante e post intervento. Accompagnato da un continuo monitoraggio dei livelli glicemici, per prevenire alterazioni che potrebbero impattare sul decorso stesso dell’intervento e sulla corretta e rapida guarigione, senza rischio di infezione. Fondamentale quindi un approccio clinico su misura, che implichi anche anamnesi ed esame obiettivo accurati, comprensivi di esami del sangue, valutazione dei livelli glicemici, dell’emoglobina glicosilata HbA1c, delle complicazioni che potrebbero verificarsi durante la procedura.

Le migliori tecniche per curare la calvizie da diabete

Per i pazienti diabetici, le tecniche di trapianto dei capelli consigliate, poiché mininvasive, sono FUE e DHI, nonostante non siano le più indicate per tutti i tipi di pazienti per le ragioni specificate in precedenza.

 L’efficacia del protocollo bSBS come alternativa al trapianto

Il protocollo bSBS si propone invece come una valida alternativa non chirurgica per il recupero dei capelli, particolarmente indicata per i pazienti diabetici che non possono sottoporsi a un autotrapianto. Basato sulla rigenerazione cellulare, questo approccio sfrutta tecnologie avanzate per stimolare i follicoli piliferi in modo naturale, migliorando la qualità dei capelli esistenti e favorendone la ricrescita. Grazie alla sua natura non invasiva, il protocollo bSBS riduce al minimo i rischi legati a complicazioni chirurgiche e non richiede modifiche significative nella gestione del diabete.

Ecco alcune delle particolarità che rendono il protocollo bSBS una soluzione adatta ai pazienti diabetici:

●      Non invasivo: non prevede incisioni o interventi chirurgici, riducendo il rischio di infezioni e complicazioni post-operatorie.

●      Compatibile con il diabete: non richiede variazioni significative nei livelli glicemici o aggiustamenti critici nell’assunzione di insulina.

●      Stimolazione naturale: favorisce il miglioramento della qualità del capello attraverso la rigenerazione cellulare, senza impatti negativi sull’organismo.

●      Recupero rapido: non comporta tempi di degenza, permettendo al paziente di riprendere rapidamente le normali attività quotidiane.

●      Personalizzabile: può essere adattato alle specifiche condizioni del paziente, includendo fattori come il tipo di diabete, l’età e il grado di diradamento.

●      Compatibilità con altre terapie: può essere utilizzato in combinazione con trattamenti farmacologici o terapie mirate per il diabete.

Affidarsi a specialisti qualificati è essenziale per valutare l’idoneità del protocollo bSBS e garantire un trattamento efficace e sicuro, che tenga conto delle particolari esigenze di salute dei pazienti diabetici.

Richy Garino

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