E alla fine il caso Sabba è arrivato in Consiglio comunale. E, paradossalmente, non per iniziativa dell’opposizione. Come anticipato, è stata la maggioranza a portare in assise la vicenda della presunta incompatibilità dell’attuale assessore a Sicurezza e Commercio quand’era consigliere per via della gestione del chiosco del parco pubblico Comerio (leggi qui).
Nell’interrogazione sottoscritta da tutti i capigruppo di maggioranza si chiedeva se l’eventuale incompatibilità abbia inficiato i provvedimenti assunti negli scorsi anni. Di fatto un modo per consentire al sindaco Emanuele Antonelli e allo stesso Sabba di parlare in Consiglio della vicenda che ha tenuto banco nelle ultime settimane. Entrambi hanno insistito sull’aspetto della «buona fede», senza però convincere l’opposizione, che ha annunciato che a gennaio porterà in assise la mozione di sfiducia.
Tra l’altro Antonelli, nell’ennesimo battibecco con la minoranza che ha risollevato la questione del rimpasto, ha detto che probabilmente cambierà un altro assessore.
Le parole di sindaco e assessore
Al termine di un’intensa seduta (leggi qui), si è discussa l’interrogazione inserita oggi stesso all’ordine del giorno in quanto la presidente del Consiglio Laura Rogora ne ha ravvisato i caratteri di urgenza e importanza. Così, il sindaco ha ripercorso la vicenda, ribadendo in parte quanto già scritto nella risposta all’opposizione (leggi qui).
In estrema sintesi, il primo cittadino e lo stesso Sabba dicono che le dimissioni da presidente dell’associazione BB 3.0 sono state presentate ma poi i componenti del sodalizio non le hanno formalizzate. Per quanto riguarda la società Caravan, subentrata all’associazione nella gestione del bar, da parte di Sabba non c’era la consapevolezza di essere amministratore della stessa avendo solo il 20 per cento delle quote, poiché nelle Snc funziona così. «Se si è ignoranti in materie fiscali e civilistiche, tante cose non si sanno. Sabba era tranquillo», ha proseguito il sindaco, attaccando l’ex presidente dell’assise Diego Cornacchia e Gigi Farioli per le dichiarazioni alla stampa. Sul consigliere ed ex sindaco, che aveva già lasciato il Comune: «È passato all’opposizione, a questo punto mi auguro che ci rimanga perché ha preso le cattive abitudini suoi compagni, è diventato giustizialista».
Sulla questione, Antonelli ha aggiunto che la gestione del chiosco è cessata lo scorso settembre e non è stata rinnovata da Agesp Attività Strumentali, pertanto si procederà con un nuovo bando.
«Gli atti adottati nelle sedute a cui ha partecipato, ammesso che si sia concretizzata una causa di incompatibilità non rimossa, resterebbero produttivi di effetti», la sua risposta all’interrogazione.
«Gli atti messi in campo non hanno portato ad alcun comportamento illecito – ha affermato ancora Antonelli –. Nessun soldo è stato dato alla società né è sorto alcun conflitto di interessi tale da condizionare il Consiglio, nessun danno erariale è stato commesso. Chi lavora può sbagliare, certo, posso rimproverare una sottostima nel fare gli atti, ma non altro, non avendo ricevuto nessun piccolo o grande vantaggio dalla sua condotta».
Da parte sua, Sabba ha spiegato di essersi «reso conto a fine settembre di questa incompatibilità. Ero convinto di essere a posto e mi sono poi mosso per rimuoverla. Avrei potuto farlo prima, è stato un errore da cittadino e imprenditore che va dai consulenti perché non conosce la materia. Non c’è stata nessuna malafede, nessuna richiesta di contributi o patrocini durante il mio lavoro. Ed è stata risollevata un’area della città».
L’opposizione non ci sta
«Imbarazzante questa discussione – la replica di Santo Cascio (Progetto in Comune) –. Se è risultato incompatibile, l’assessore restituisca almeno il gettone di presenza». E ha citato il caso di Patrizia Testa, dimessasi dall’assise quando è tornata presidente della Pro Patria: «Con molta sofferenza ha fatto una scelta per rispetto e dignità di questo Consiglio, tirata per la giacchetta dai suoi tifosi («Sono due casi imparagonabili», ha ribattuto il forzista Orazio Tallarida, ndr). Io chiedo questa trasparenza. Non si può liquidare tutto con un errore del commercialista o una dimenticanza. Si deve fare un passo indietro. Altrimenti c’è un messaggio negativo, di cattiva politica».
Per Francesco Attolini (Fratelli d’Italia) quelle di Cascio sono «parole irricevibili»: «Lei ha fatto una figura barbina andando sulla stampa con le sue dimissioni irrevocabili. O non conosce l’italiano o ci ha preso in giro». E ha consegnato all’esponente dell’opposizione un foglio con la definizione della parola “irrevocabili”.
Se per Giuseppina Lanza (Popolo, Riforme e Libertà) si sta creando un precedente, il capogruppo del Pd Maurizio Maggioni ha anticipato che arriverà una mozione di sfiducia per Sabba: «La difesa del sindaco non può essere accettata. Bisognava dare dimissioni reali, se non lo si fa non ne viene fuori una bella figura per uno che poi va a fare l’assessore. Tra amici la buona fede entra in gioco, ma qui abbiamo un ruolo istituzionale». «Nel racconto del sindaco è emerso che l'incompatibilità c’è stata dall’inizio fino a quando è arrivata la cessazione della gestione a settembre – ha aggiunto la dem Valentina Verga –. Le norme si rispettano al di là della buona fede».
Antonelli ha quindi ripreso la parola dicendosi «molto sconsolato» e rivolgendosi alla minoranza: «È il vostro solito modo di fare. Chi lavora sbaglia, a voi non è stato mai perdonato nessun errore?». E a Cascio, che ha chiamato in causa nuovamente il rimpasto di giunta per «motivi etici», ha detto: «Adesso quasi sicuramente ne cambio ancora uno». Riferito a un assessore. Forse solo una provocazione, ma certamente una bomba sganciata mentre si parlava del caso Sabba. Che, a questo punto, il Consiglio comunale affronterà il 16 gennaio con la mozione di sfiducia che aprirà la prima seduta del nuovo anno.