Busto Arsizio | 15 dicembre 2024, 09:23

FOTO. A Busto il negozio con tutti i costumi del mondo: «E pensare che siamo partiti da una chiacchiera tra una mamma e un bambino»

"L'isola della fantasia" in via Milazzo, attività fondata da Ileana Gussoni e oggi del figlio Alessio Quitadamo, continua a crescere: è un punto di riferimento per il singolo cliente in cerca di una maschera e per grandi realtà del turismo, compagnie teatrali, aziende. I prodotti amati dai paninari e la bara vera in vetrina, i cubi inviati in Grecia e gli abiti per il Carnevale di Venezia: storia e aneddoti di un’impresa più unica che rara

Ileana Gussoni e Alessio Quitadamo nella vetrina natalizia

Ileana Gussoni e Alessio Quitadamo nella vetrina natalizia

A dicembre la vetrina è popolata da Babbo Natale, elfi, Grinch e da tutto ciò che accende la fantasia dei bambini in vista della festa più attesa. Ma dietro l'allestimento pressoché obbligato, visto il periodo, quasi scontato, “L’isola della fantasia”, attività di vendita/noleggio di costumi e molto altro, nasconde una storia lunga, complessa, per certi versi insospettabile (immagini nell'articolo e in fondo). E' stata costruita passo dopo passo, in oltre 50 anni, da mamma e figlio, Ileana Gussoni e Alessio Quitadamo. Qualcosa, del successo ottenuto, si intuisce dall’espansione anche recente del negozio che, a Busto, in via Milazzo, si è allargato alla sede lasciata libera da un ristorante. «Però quello che si vede – precisa Alessio – non è tutto. Tra locali per accogliere clienti e rappresentanti, vetrine e magazzino qui c’è una specie di labirinto».

Domanda inevitabile: il “giro” di costumi è così vorticoso da richiedere spazi tanto ampi? Sì, rispondono all’unisono le due “anime” dell’attività a Sant'Edoardo. Che aggiungono: «Il lavoro legato al Natale, al Carnevale o a Halloween è solo una parte di ciò che facciamo. Chi è stato in un villaggio turistico con animazione, ha visto uno spettacolo in crociera o a teatro o ancora conosce certe pubblicità probabilmente si è trovato davanti, senza saperlo, qualcuno dei nostri costumi».

Il negozio, oggi guidato da Alessio, è stato avviato da Ileana. Diplomata in Ragioneria. Una formazione preziosa ma poco intonata a vivacità e imprevedibilità che caratterizzano l’Isola della Fantasia. «Tutto è nato – ripercorre la fondatrice - da una conversazione tra me e Alessio quando lui aveva sette anni. Io venivo da esperienze in azienda, l’ultima terminata per il trasferimento della società. Eravamo in macchina, andavamo verso i laghi. Ed ecco l’idea. Ho chiesto a mio figlio: e se aprissimo un negozio? Lui era entusiasta. Siamo partiti da questo, da una chiacchierata tra una mamma e un bambino. Ho fatto inversione e mi sono messa all’opera».

Innanzitutto alla ricerca della sede giusta: «Me ne proposero una in via Milano. Ma volevo un posto che non avesse una storia importante alle spalle. La storia dovevo farla io. Ecco come abbiamo “trovato casa”. Quanto agli arredi, il preventivo per realizzarli fu da 30 milioni di lire. Negli anni Settanta era una cifra astronomica. Alla fine ho trovato io buona parte dei mobili necessari, un po’ adattati. Molti sono ancora in negozio oggi, pieni di costumi». Anche se all’inizio non furono quelli al centro dell’attività. «Abbigliamento tradizionale, piuttosto, prodotti per bambini, oggetti particolari che difficilmente si trovavano altrove. Dalla bicicletta al telefono alla bambola francese, idee regalo che magari oggi sono da collezione».

«Negli anni Ottanta ci fu la stagione dei paninari – continua Alessio – e il negozio proponeva marchi in voga. Poi siamo stati punto di riferimento con le ondate d’interesse per linee come Hello Kitty, personaggi giapponesi e così via». «Capitava – ricorda Ileana – che qualche cliente si fidasse tanto da dire: ho bisogno di tot regali per tot bambini di queste età. Se ne andava, tornava dopo un po’ e io gli facevo trovare i pacchetti».

E i costumi? «Nel mio caso – racconta la mamma – è un interesse che nasce dalla passione per l’opera». «Ci siamo arrivati un po’ alla volta – ricostruisce Alessio - percorrendo una strada faticosa. Anche con cambiamenti lavorativi notevoli: prima di essere in negozio a tempo pieno ho fatto il rappresentante per 20 anni. Trattavamo articoli per carnevale, a poco a poco il settore dei costumi ha acquisito importanza. Siamo stati innovativi nelle proposte ai clienti e attenti al mercato. Tra i primi a credere nelle potenzialità di Halloween, per esempio. Abbiamo anche messo in vetrina una bara vera». «Nonostante un manichino vestito da Dracula – prosegue Ileana – c’era chi si fermava davanti al negozio pensando a un lutto reale».

Oggi, trionfano elfi e colori vivaci: «L’altro giorno c’era un gruppo di bambini, qui davanti, coi nasi incollati alla vetrina. Li abbiamo invitati a farsi un giro dentro, la nostra renna è diventata una star». All’Isola della Fantasia gli abiti arrivano al soffitto. Muovendosi di pochi metri si passa da armature ed elmi a tenute da pirata del Sette-Ottocento («materiali importanti, vengono dagli Stati Uniti, California»), da costumi brasiliani («davvero belli, rendono appieno solo se visti indossati») a preziosi abiti da carnevale di Venezia («ce li chiedono con mesi di anticipo»), da una mise di Elvis Presley degna di Las Vegas («…abbiamo utilizzato materiale fotografico, il ricamo dell’aquila è stato impegnativo ma è venuto alla grande») a un intero guardaroba destinato a uno spettacolo teatrale, con tanto di principe azzurro, vestito da sposa e bouquet («…in questi casi le compagnie ci devono spiegare in modo dettagliato le loro esigenze»). E poi parrucche, accessori… Spettacolari i bastoni da passeggio e le pistole del XVIII secolo, circa un chilo di peso ognuna. E trucchi. «Una di quelle competenze conquistate con fatica - rivendica Alessio - magari facendo le ore piccole, tra corsi e studi, anche su libri fatti arrivare dagli Stati Uniti».

Le richieste più bizzarre mai ricevute? «Impossibile stilare una classifica. I costumi a tema neve da usare in piscina, in piena estate, li ricordiamo bene. Abbiamo poi scoperto che servivano per un evento al quale avrebbero sparato neve artificiale. O i cubi con grandi lettere disegnate: le persone dovevano indossarli e, spostandosi, comporre parole diverse. Ce ne hanno chiesti 5.000, li abbiamo spediti in Grecia. A volte bisogna trovare un’idea, un’ispirazione. Capita che ci dicano cose come… ho bisogno di costumi che hanno a che fare col sole ma che non siano soli, ne servono 400. In effetti, la persona che cerca il singolo abito per Carnevale o per una festa in maschera da noi è benvenuta ma lavoriamo prevalentemente su committenze consistenti».

Grandi numeri che lasciano immaginare quali siano state le difficoltà nel periodo peggiore del Covid, con tutti gli eventi bloccati. Alessio: «Per due anni ho pagato e basta ma ho onorato gli impegni con i fornitori, nessuno escluso, all’estero e in Italia. Non posso dire che tutti i clienti siano stati altrettanto rigorosi con me. Alcuni sì, altri invece...». «Però – aggiunge Ileana – è giusto pensare al futuro più che al passato. Anzi, per un’attività come questa è indispensabile. Non mi manca molto ai 90 anni. E ancora guardo avanti».

Stefano Tosi

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