Busto Arsizio | 13 dicembre 2024, 13:55

Alfredo Di Dio, tutto cominciò alla Provvidenza: Busto, la Resistenza e una storia da preservare

Nell'istituto di Busto Arsizio oggi una mattinata speciale in ricordo di quel 13 dicembre 1944 in cui le due Brigate Partigiane Alto Milanese e Val Toce si fusero

La memoria da tenere viva per indicare al presente la strada del futuro. Questo il senso della mattinata all'Istituto La Provvidenza di Busto Arsizio. Lì il 13 dicembre del 1944 le due Brigate Partigiane Alto Milanese e Val Toce si fusero nel Raggruppamento Divisioni Partigiani Alfredo di Dio, in memoria del capitano e capo partigiano ucciso in un agguato a Finero due mesi prima dai nazifascisti. Una lapide  ricorda l' avvenimento all'ingresso della Provvidenza di quella giornata alla quale è stata posta oggi una coccarda tricolore. Alla rievocazione storica erano presenti l'assessore alla Cultura di Busto Arsizio, Manuela Maffioli, il presidente dell'Istituto la Provvidenza, Romeo Mazzucchell con il direttore Luca Trama e l'ex prevosto cittadino Claudio Livetti.

A quella riunione del '44 vi parteciparono Adolfo Marvelli, Eugenio Cefis che, nel dopoguerra divenne presidente della Montedison, Giovanni Marcora, a sua volta ministro dell'Agricoltura e due sacerdoti: don Federico Marvelli ed il conosciutissimo don Giuseppe Ravazzani, fautore della resa dei tedeschi a Busto Arsizio assieme a don Angelo Volontè.

La mattinata è proseguita con una lezione sulla lotta partigiana nella Val D'Ossola ben documentata dagli storici Marco Torretta, presidente della sezione Alfredo di Dio della Federazione Italiana Volontari della Libertà, Margherita Zucchi e Grazia Vona, curatrici del Museo della Resistenza di Ornavasso. Il primo ha raccontato della Resistenza  nell'Alto Milanese e del concreto contributo della città di Busto Arsizio; la seconda si è soffermata sulla nascita e l'organizzazione dei gruppi partigiani che «ebbero da subito una struttura militare sotto la guida del capitano Alfredo di Dio nonché dell'appoggio della popolazione civile e delle forze clericali». Vona ha invece messo in rilievo la figura di Alfredo di Dio concludendo la sua lectio con un interrogativo inquietante: che la sua morte al Sasso di Finero potrebbe essere stata oggetto sì, di un agguato, ma con il sospetto di un complotto. Un punto di domanda al quale le due storiche intendono rispondere proseguendo la loro straordinaria ricerca.

Giovanni Toia

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