Busto Arsizio - 13 dicembre 2024, 16:13

Il Comune e l'Università dell'Insubria insieme per crescere. «Molini Marzoli devono diventare un polo di formazione per Busto»

Il sindaco Emanuele Antonelli sottolinea l'importanza di valorizzare gli spazi dei Molini Marzoli, con la collaborazione tra il Comune e l'Insubria. Un centinaio di dipendenti comunali parteciperà a corsi di formazione grazie alla collaborazione con l'Università. Il progetto segna l'inizio di un ambizioso piano di sviluppo educativo per la città

Un centinaio di dipendenti comunali si cimenterà con corsi volti a migliorare le proprie capacità. La possibilità è stata offerta grazie alla collaborazione tra Palazzo Gilardoni e l'Università dell'Insubria, un match che il sindaco Emanuele Antonelli e la sua squadra si augurano porti anche a qualcosa di più importante. 

«Abbiamo investito tanto per darvi gli spazi ai Molini Marzoli – afferma, senza giri di parole, il primo cittadino - e quindi ci piacerebbe che venissero realmente utilizzati perché, per il momento, non sono valorizzati granché. Il Comune è venuto molto incontro all'Università, adesso pretendiamo qualcosa».

Seppur si tratti solo di un primo passo, la volontà dell'Ateneo sembra vada nella direzione richiesta da Antonelli: «La nostra nuova rettrice Maria Pierro ha sottolineato come l'Università dell'Insubria non è un'università che ha due sedi ma tre: una di queste è Busto Arsizio, particolarmente importante anche per quanto riguarda il polo di biologia – ha spiegato Paola Biavaschi, direttrice del dipartimento di scienze umane e dell'innovazione del territorio e delegata del rettore dell'uguaglianza di genere e alle pari opportunità, presente insieme al professor Paolo Nitti - Ci fa però particolarmente piacere anche avere un contatto di un altro tipo con la città, non solo sul fronte scientifico ma anche dal punto di vista educativo e della formazione, che in questo caso riguarderà gli insegnanti ma anche una parte del personale della pubblica amministrazione».

Il progetto è stato presentato nel corso di una conferenza stampa a cui erano presenti, per l'ente di via Fratelli d'Italia, anche la dirigente Giuliana Leggeri, la referente della formazione Daniela Marelli, gli assessori Mario Cislaghi e Chiara Colombo

La convenzione prevede tre percorsi: il primo è dedicato alle educatrici di nidi e materne, sessantasei in totale, è iniziato a novembre e prevede l'acquisizione di crediti formativi a seguito di un esame finale. Il secondo cercherà di migliorare le capacità relazionali e comportamentali, al di là delle competenze professionali. Il terzo, rivolto ai dirigenti, è un corso di management nella pubblica amministrazione nell'era digitale. 

Questa iniziativa è da considerarsi un antipasto di qualcosa di più grande, volto a far crescere il percorso formativo che l'intera città di Busto potrà offrire in un futuro più o meno vicino, a più livelli. «La parte più interessante – spiega l'assessore alle politiche educative Chiara Colombo - è il legame che si sta creando con l'università, in modo tale da poter dare, negli anni a venire, la possibilità ai nostri studenti di non allontanarsi dal loro contesto territoriale ma di avere ottimi risultati anche qui. Un progetto ambizioso che parte, prima di tutto, dagli spazi, un aspetto fondamentale e di cui altre città non dispongono.

Ai Molini Marzoli al momento c'è solo un corso biomedico, ma lo spazio c'è, è stato pensato per creare un polo universitario importante e va usato nel modo migliore, per dare competenze agli studenti che così avrebbero la possibilità di crescere e migliorarsi. Oggi l'educazione e la didattica sono continuative: quando si finisce la scuola una persona non smette mai di imparare. Anche noi dobbiamo adeguarci, il mondo cambia e noi siamo chiamati a cambiare insieme a lui, giorno dopo giorno. Stiamo tentando di dare questa possibilità agli studenti, in futuro, partendo, in questo momento, dai dipendenti del Comune».

Il progetto ambizioso parte da qui, da questo legame che si forma “oggi” ma che ha ricadute positive sulle generazioni future. Per esempio, come specifica l'assessore Colombo, «avremo un ospedale meraviglioso, i medici vorremmo “produrli” noi».

Giovanni Ferrario