Il Natale è famiglia, calore, affetto, condivisione. Ci si siede tutti intorno alla stessa tavola, zii, nonni e anche il cugino di quarto grado che non vedi tutto l'anno ma che, con l'atmosfera ovattata delle festività, riabbracci come se non fosse passato un singolo giorno. E se per i più piccoli, il rituale dei doni è quello che genera maggior interesse e dove Babbo Natale è percepito come un oracolo, tra gli adulti la condivisione del cibo è indubbiamente la “scusa” principale per chiacchierare e rinsaldare un legame che è innato e stampato nel nostro dna familiare.
L'idea del focolare, di ricette che si preparano con amore, con l'intento di unire, di avvicinare e anche, ovviamente di fare venire l'acquolina in bocca. Ognuno di noi ha un ricordo legato a un piatto che consuma quasi esclusivamente durante le feste di Natale. O anche: “buoni i tortellini della zia, ma come quelli che faceva la nonna o il nonno quando eravamo piccoli...”.
Ecco, proprio in vista di questo periodo fatto di ricorrenze, di ritrovi familiari (ma anche tra amici di vecchia data), ci piacerebbe raccontare le ricette che ci avvicinano, che ci fanno dire “questo è il sapore del mio Natale”. Del mio, del tuo, di tutti noi. Storie di giorni di festa, di socialità, di un piatto condiviso, che sia la ricetta tramandata di generazione in generazione ma anche quella nata più recentemente. Una ricetta che nasce dalla tradizione, come i tortellini, il cappone, il paté di fegato, il panettone (chissà se c'è qualcuno che lo fa a casa...), ma anche rivisitazioni che tengono conto di gusti, predisposizioni, intolleranze. Insomma, che siate onnivori, allergici, vegani o quello che volete voi, la parole d'ordine è condivisione.
Inviateci le vostre ricette, ma non solo. Se volete, potete anche invitarci da voi per raccontarcele (non necessariamente vogliamo invitarci a cena) e lasciare una testimonianza di quello che vuol dire il Natale a Busto e in Valle Olona.
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Giovanni Ferrario