Dopo il furto che ha lasciato sotto shock tutti i saronnesi, ovvero la razzia compiuta nottetempo nel Santuario della Beata Vergine dei Miracoli (LEGGI QUI), giunge un appello da parte del prevosto, monsignor Giuseppe Marinoni:
Miei cari, quanto vorrei che questo breve scritto raggiungesse anche chi ha compiuto un gesto davvero esecrabile. Il fatto lo conosciamo tutti: nella notte tra martedì e mercoledì scorso, i ladri sono entrati nel nostro Santuario.
Qualsiasi furto compiuto nelle nostre case tocca sempre qualcosa di sacro, perché ogni oggetto sottratto non ha solo un valore economico, ha anzitutto un valore affettivo; ci ricorda la persona che lo ha donato o qualche nostro caro che con noi l’ha utilizzato. In questo caso il furto tocca doppiamente qualcosa di sacro, perché sacro è il luogo dove è avvenuto – non a caso lo chiamiamo Santuario. Tocca inoltre gli affetti di noi tutti, di coloro che hanno donato gli oggetti rubati, delle stesse Persone alle quali i doni erano destinati: un calice e un ostensorio sono sacri perché contengono il Corpo e il Sangue di Cristo; la corona della Vergine è sacra – così come quella del Bambino che porta in braccio – perché per novantanove anni noi abbiamo guardato Maria e il suo Figlio con quel segno regale sul capo.
Carissimi, è questo il nostro dolore: sono stati feriti gli affetti più cari: Cristo, la Beata Vergine, la comunità. Si impone pertanto una riparazione: lo faremo con atto pubblico domenica 8 dicembre, festa dell’Immacolata, nella santa messa celebrata in Santuario alle 18.