Enogastronomia - 29 novembre 2024, 12:45

Come si mangiava bene a casa Candiani. Un libro svela perché

Un pezzo di storia familiare che diventa anche un pezzo di storia della nostra città. “Le ricette a casa di zio Pierino” è una raccolta di piatti della prima metà del ventesimo secolo, trascritte e raccolte dal cuoco personale di Pierino Candiani

Non pensate ai libri di ricette di oggi, ai tanti chef che tramandano la propria arte su supporto cartaceo o digitale ma anche ai tanti influencer che si improvvisano cuochi preparando una carbonara con il cellulare in mano. Questo è un vero e proprio libro di storia dell'arte culinaria italiana, una piccola enciclopedia personale che racconta le abitudini di un bustocco ma anche di quello che era il mondo della cucina della prima metà del Novecento. 

Il libro "Le ricette a casa di zio Pierino" verrà presentato lunedì 2 dicembre alle 18 in punto alla Galleria Boragno di via Milano 4 alla presenza del suo editore, Beniamino Bordoni. Le pagine sono arricchite da numerosi disegni a tema, frutto della fantasia e della creatività dell'artista Giorgio Vicentini.
Riavvolgiamo però il nastro: interno giorno (ma anche sera, l'importante è essere in orario di pasto), Busto Arsizio, via Fratelli d'Italia, in una casa che ora non c'è più. Pierino fa parte della benestante famiglia Candiani e può disporre di uno chef personale, che prepara i pasti per lui e, in caso di ospiti a cena, anche per tutti i commensali. Una vita dietro i fornelli per questo anonimo cuoco che però si prende la briga di trascrivere, giorno dopo giorno, le ricette preferite del suo datore di lavoro su una sorta di “diario”. Annota a mano, di suo pugno, passo dopo passo, il procedimento di preparazione dei piatti, molti dei quali fanno parte della storia bustocca, ma provvede anche a ritagliare e incollare ricette trovate su libri e riviste. C'è quindi un po' di tutto, anche qualche consiglio su come preparare dei liquori artigianali o come lavarsi le mani. 
Ricette semplici, fatte in casa, e sicuramente più sostanziose di quelle che vanno di moda adesso, dove “healthy” è spesso la parola d'ordine. 

L'agenda del cuoco è fortunatamente rimasta tra i ricordi di famiglia ed è stato il pronipote Piero Provasoli a recuperarla, a "fotocopiarla" e a trasformala in un libro, rilegato ad anelli, affinché sia anche più maneggevole, da tenere di fianco ai fornelli, e non solamente un “soprammobile”. 

La speranza, ora, è che fornisca spunti per gli appassionati bustocchi (e non) di cucina e che possa servire a tramandare un pezzo di storia locale. Non una tipica biografia ma un modo per entrare in una casa di cento anni fa a Busto Arsizio, per capire usi e costumi di allora guardando nei piatti in cui si mangiava. 

Giovanni Ferrario