L’eredità di Johann Sebastian Bach: figli ed allievi. Su questo s’incentra la conferenza dell’Università cittadina per la cultura popolare in programma mercoledì 27 novembre (ore 15.30) nella sala del Museo del Tessile di Busto Arsizio. Relatore, Fulvio Peletti che esordirà spiegando gli anni trascorsi dall’autore a Lipsia. «Furono tra i suoi più travagliati – spiega - professionalmente si era trovato in un centro musicalmente minore, se confrontato con Amburgo, Dresda, Berlino e Monaco di Baviera. Lo aveva fatto per consentire ai suoi figli di frequentare la locale università, ancor oggi tra le più prestigiose in Germania (ultima studentessa famosa ivi laureatasi Angela Merkel...)».
E però questo suo incarico periferico, unito al cambiamento dei gusti e dello stile musicale alla moda, l'affermazione del melodramma italiano e della sinfonia tedesca cospirarono affinché la musica del sommo Kantor di Lipsia venisse dimenticata lungo la seconda metà del ‘700 e nei primi decenni dell’800.
«Sarà Felix Mendelssohn che nominato nel 1835 direttore della Gewandhaus - la storica orchestra di Lipsia - ritrovò le musiche di Bach e, resosi conto della loro la straordinarietà, le ripropose e le fece apprezzare al mondo intero. Tuttavia nel periodo in cui la musica di Bach giaceva in letargo, numerosi musicisti coltivavano il fuoco sotto la cenere: furono alcuni dei suoi figli, musicisti anch'essi, e anche i più valenti tra i suoi allievi», conclude.