Salute - 23 novembre 2024, 10:20

Fabiana Ermoni sulla sanità: «Le scelte di Asst non sembrano in linea con le esigenze del territorio»

La prima cittadina di Gorla Minore ha sottolineato come per rispondere adeguatamente ai bisogni sia necessaria un'azione sinergica: «I comuni conoscono meglio i bisogni e le problematiche delle singole comunità»

A concludere le riflessioni sulla sanità territoriale e le sue criticità è la prima cittadina di Gorla Minore, che, come già avvenuto nelle scorse settimane con i suoi colleghi, ha voluto ribadire come le scelte che provengono dall’alto abbiano un profondo impatto sul territorio e sulla vita di chi vi abita.

«Da pochi mesi mi ritrovo ad amministrare Gorla Minore – spiega Fabiana Ermoni – e con l’inizio del mio mandato, ho incominciato ad approfondire anche il mondo della sanità territoriale e i non pochi problemi ad essa legati. Benché Gorla abbia la fortuna di ospitare la Fondazione Raimondi sul ns territorio, che fornisce dei preziosi servizi di carattere sanitario a chi risiede nelle sue vicinanze e non solo, tutti noi subiamo delle scelte sovracomunali che stanno impattando negativamente sulla qualità nostra della vita. Sto parlando, in primo luogo, della carenza dei medici di base e dell’aumento dei tempi di prenotazione delle prestazioni sanitarie, un contesto in cui vanno ad inserirsi le ultime scelte dell’Asst, che non mi sembrano in linea con le esigenze del territorio di riferimento».

Un problema che, secondo la sindaca di Gorla Minore, potrebbe essere mitigato da un dialogo e da un confronto più costante con le amministrazioni, che da sempre sono la prima realtà ad accogliere le rimostranze dei propri concittadini.

«I comuni rappresentano le istituzioni più vicine ai cittadini – prosegue Fabiana Ermoni – quelle che conoscono meglio i bisogni e le problematiche delle singole comunità; è qui che si manifestano maggiormente le disuguaglianze sociali e che si sviluppano politiche locali di sostegno alle fasce più fragili della popolazione.

Non possiamo più pensare alla salute come a una realtà separata, distante dalle esigenze quotidiane delle persone, ma dobbiamo iniziare a vederla come un bene collettivo, che si costruisce nel territorio, nella comunità, nelle relazioni.

È solo attraverso un'azione sinergica che possiamo rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini, garantendo un processo di assistenza e cura sostenibile a 360°, ed è per questo che ci dispiace che le amministrazioni della Valle non siano state direttamente coinvolte nelle decisioni prese riguardo l’ipotizzato nuovo ospedale unico».

LE CRITICITÀ DEL TERRITORIO

«Oggi – sottolinea la prima cittadina – ci troviamo di fronte a una problematica che, purtroppo, è sempre più evidente: la carenza di medici di base, che impatta non solo sulla qualità dell’assistenza che riceviamo, ma anche del futuro della nostra comunità, che viene privata del diritto alla salute poiché i medici di famiglia sono una delle colonne portanti del nostro sistema sanitario, un punto di riferimento per i cittadini sotto ogni aspetto.

Le conseguenze di questa carenza sono visibili tutti i giorni: le persone, specialmente le più vulnerabili, come anziani e malati cronici, si trovano senza aiuto e spesso sono costrette a fare lunghe file ai Pronto Soccorso, già intasati da problemi che potrebbero essere gestiti dall’assistenza primaria».

Una criticità che può essere risolta, secondo Fabiana Ermoni, impegnandosi per riavvicinare i giovani che si sono allontanati, per numerose ragioni, da questa professione.

«È necessario un impegno comune a più livelli per risolvere questa emergenza– illustra la sindaca –bisogna rendere la professione di medico di medicina generale più attrattiva per i giovani sia a livello economico, che a livello professionale e di crescita.

Serve anche promuovere un miglioramento delle condizioni di lavoro, semplificandolo, affinché i dottori possano concentrarsi maggiormente sulla cura dei pazienti e meno sulla burocrazia, magri creando nuove figure professionali che possano supportarli nell’alleggerire per alleggerirne il carico amministrativo.

È inoltre necessario investire sulla prevenzione e sulla cultura della salute; infine serve creare una rete di assistenza sul territorio che sia più efficiente».

COLLABORAZIONE TRA COMUNI

Ormai quasi tutte le amministrazioni del nostro territorio stanno soffrendo a causa dell’impossibilità di effettuare le assunzioni necessarie per far fronte alle esigenze della cittadinanza, trovandosi così a far fronte ad una carenza di personale tale da iniziare a considerare l’ipotesi di condividere alcuni servizi.

Anche a Gorla Minore la situazione non è molto diversa: «Purtroppo il patto di stabilità ha messo in difficoltà tanti comuni sul versante del personale – rimarca Fabiana Ermoni – quasi azzerando la possibilità di effettuare un adeguato turnover.

Inoltre il pensionamento di dipendenti, che avevano acquisito nel corso degli anni una specifica capacità professionale, causa difficoltà nel gestire adeguatamente quello che ci viene imposto dalle normative, che sono in continuo cambiamento».

Una criticità che, seconda la sindaca, potrebbe essere risolta attraverso uno studio di controllo di gestione, che verifichi carichi di lavoro dei settori e dei singoli operatori, che fornisca un’analisi accurata che, tra le altre cose, permetterebbe di stabilire dove è necessario cercare sinergie con gli altri comuni.

«Proprio per quanto riguarda le sinergie, stiamo valutando una convenzione, insieme a Gorla Maggiore e a Marnate, per la collaborazione tra le diverse Polizie Locali – dichiara la prima cittadina – che si potrebbe estendere anche ad altri comuni della Valle, che prevede di svolgere congiuntamente alcuni servizi.

Siamo inoltre verificando la possibilità di uno Sportello Unico Attività Produttive tra più comuni, in modo da avere a disposizione per tutti del personale specializzato in questo importante settore; questo si potrebbe pensare anche per gli Uffici Tecnici, campo in cui sarebbe opportuno unire le forze per partecipare a bandi che ci permettano di ottenere i finanziamenti necessari per realizzare opere pubbliche più complesse, come la pista ciclopedonale sulla provinciale SP19 e SP21».

Loretta Girola