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Busto Arsizio | 22 novembre 2024, 06:38

VIDEO. Noi del Tosi: «Così costruiremo la storia guardando al futuro»

Presentato all’Ite Tosi di Busto il nuovo progetto pilota lanciato dall’associazione: recuperare e trasmettere il patrimonio immateriale di Busto Arsizio e del basso Varesotto degli anni ’60 e ’80 del 1900

VIDEO.  Noi del Tosi: «Così costruiremo la storia guardando al futuro»

Imparare dal passato per costruire il futuro, senza che la memoria vada perduta. L’Associazione Noi del Tosi ha lanciato il progetto “Un territorio tra passato e futuro: prove tecniche di trasmissione”, atto a riscoprire il ventennio tra gli anni ’60 e’80 del secolo scorso a Busto Arsizio e nel basso varesotto. Un periodo caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese che hanno dato un contributo eccezionale allo sviluppo economico e sociale italiano.

La presentazione dell’idea è avvenuta nella nevosa serata di giovedì 21 novembre nell’aula magna dell’Ite Enrico Tosi alla presenza, tra gli altri, di studenti, professori e associazioni.

L’opera, finanziata da Regione Lombardia, ha l’appoggio di diverse realtà: Amministrazione comunale, Liuc, Università statale di Milano, Confindustria Varese e Its Incom Academy.

La serata è stata aperta da Vanna Colombo Bolla, presidente di Noi del Tosi (associazione che dai 30 soci fondatori conta oggi 14.070 soci). «Vogliamo ricordare e mettere nella memoria – ha affermato – un periodo unico della storia di Busto Arsizio». E questo attraverso un lavoro definito da Irene Piazzoni, docente dell’Università statale di Milano, in collegamento da remoto, «una sorta di archeologia della memoria».

La prof. Elide Casati, ideatrice dell’iniziativa, ha precisato che quest’ultima non consisterà né in un recupero nostalgico né in un giudizio storiografico, ma nel «raccogliere, conservare e trasmettere”. Nel concreto si tratterà di raccogliere le fonti, digitalizzarle, allestire un’esposizione temporanea e organizzare passeggiate storiche.

Il progetto sarà il progetto di una collettività, ha spiegato la Casati. «Si tratta soprattutto di cercare di capire – ha dichiarato – come vivevano le persone. I nostri studenti non sanno nulla di quei tempi, di com’era la vita prima di internet, prima della globalizzazione». E ancora: «Raccogliere queste fonti materiali e soprattutto orali è un dovere».

Presto partirà una campagna di reclutamento di cacciatori di storie e di narratori di storie. All’istituto di viale Stelvio verranno organizzati momenti in cui chi lo vorrà potrà partecipare per raccontare o raccontarsi. Il lavoro vedrà impegnati giovani studenti, volontari di Auser, Noi del Tosi, Noi della Comerio, Istituto La Provvidenza e in generale tutti coloro che vorranno aderire all’iniziativa.

L’assessore alla cultura e all’identità Manuela Maffioli si è soffermata sull’importanza della consapevolezza di appartenere ad una comunità, ad un territorio, all’importanza dell’identità dunque, e nello specifico dell’identità tessile di Busto.

L’imprenditore Riccardo Comerio, presidente della Liuc, ha parlato soprattutto ai giovani. «Dobbiamo avere consapevolezza di quello che siamo stati – sono state le sue parole – per il bene futuro dei ragazzi». E ha messo in guardia le nuove generazioni: oggi serve competenza. E per uscire dalla situazione attuale occorre sostenere il manufatturiero.

La professoressa Nadia Didonna, intervenuta in rappresentanza dell’Ite Tosi, in sostituzione anche della dirigente scolastica, ha sottolineato come «studiare la storia in questa chiave sia estremamente innovativo e positivo».

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Mariagiulia Porrello

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