Il femminicida non è un malato, è un figlio sano del patriarcato, presente nella nostra società al pari della mafia, sottile, a volte invisibile, alimentato da pregiudizi e imprinting non più tollerabili. Questo è l’incipit con cui il Teatro Carcano di Milano ha presentato il proprio programma in vista del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne, volto a sensibilizzare e mobilitare l’opinione pubblica utilizzando il teatro come riflessione e dialogo. Era il 25 novembre 1960 quando in Repubblica Dominicana le sorelle Mirabal vennero stuprate, torturate, massacrate e gettate in un precipizio da un gruppo di militari. Fu solo nel 1981, in occasione del primo incontro femminista latinoamericano e caraibico in Colombia che venne scelta, in loro ricordo, la data del 25 novembre come la giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Teatro Carcano, nel solco del suo impegno sociale, dedicherà un’intera settimana ad una serie di appuntamenti e testimonianze attraverso il programma “#25Novembre”. Nel foyer del teatro verrà mostrato il progetto DESDEMONI- pensieri di uomini ricamati su un fazzoletto, evento di arte partecipata tra cucito e teatro a cura di PEM Habitat Teatrali sulle violenza di genere in cui sono gli uomini a mettersi in gioco, confrontandosi con il loro lato oscuro, con i loro demoni nascosti.
La violenza di genere
L’uomo che usa la violenza, fisica e psicologica, sulla donna è uno di noi, che vive in mezzo a noi, nei nostri stessi luoghi di lavoro, nell’appartamento di fianco al nostro. Eppure, questi uomini, considerano la donna un essere inferiore, da calpestare, da sminuire, da offendere, da picchiare, violentare e, nei casi estremi, uccidere. In Italia ogni tre giorni una donna muore vittima di chi dovrebbe amarla ma, senza arrivare all’omicidio, non si contano i casi, spesso nascosti, di violenza familiare, di plagio psicologico, di sopraffazione economica, di intimidazioni dove lo “stai zitta!” è l’emblema ed il titolo di ogni azione.
“Uomini si diventa-nella mente di un femminicida”
Il primo appuntamento è in programma il 25 novembre alle ore 20,30. La scelta è stata quella di dare la parola agli uomini e grazie al lavoro di otto autori (Massimo Carlotto, Andrea Colamedici, Pino Corrias, Edoardo Erba, Maurizio De Giovanni, Marcello Fois, Davide Mencarelli e Francesco Pacifico) il racconto si svilupperà tra storie di rapporti tossici, amori malati, violenza meditata, fisica o, subdolamente, psicologica. Si tratta di un viaggio nella mente del carnefice, capace di usare tutte le armi, da quella psicologica appunto a quella materiale. In questo viaggio Alessio Boni e Omar Pedrini interpretano e denunciano una categoria, gli uomini violenti, attraverso un percorso che parte dall’autocoscienza collettiva ormai non più prorogabile. Un’azione che andrebbe ripetuta ogni giorno, un esercizio in grado di emendare gli uomini da una cultura patriarcale spesso alla fonte dei gesti di violenza odierni, un muro che Boni e Pedrini proveranno a sgretolare con la forza della parola e della musica.
Le parole dei protagonisti
Durante la conferenza stampa, tenutasi presso il Teatro Carcano alla presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi, i due protagonisti hanno rappresentato con grande sincerità e trasporto il senso di una serata che si augurano veda la presenza soprattutto di uomini. Un programma che hanno subito sposato senza esitazione, convinti del valore sociale e dell’opportunità di effettuare, attraverso le sensazioni trasmesse al pubblico, un atto di accusa verso gli uomini, partendo dalla propria autocritica. Boni, con molta determinazione, ha denunciato in maniera inequivocabile, l’indifferenza, il linguaggio arcaico e figlio di un retaggio ormai superato dalle giovani generazioni, di cui noi adulti siamo però responsabili. Se il femminicidio è evidente, messo in prima pagina in tutta la sua crudezza, esso rappresenta solo la punta di un iceberg, che nasconde un sottobosco di malvagità degli uomini che raccapriccia e che non può non essere messo sotto accusa. Pedrini ha ammesso di essere rimasto turbato durante le prove nell’ascoltare il monologo dell’amico Alessio e la parte musicale all’interno della serata, con il graffio acido della sua chitarra elettrica, farà da contrappunto per combattere i silenzi della coscienza. Boni afferma che “…ogni volta che leggiamo un titolo di cronaca istintivamente pensiamo – io non sono così, io non lo farei mai! – nel nostro profondo sappiamo che nel corso della vita, qualche tipo di sopraffazione nei confronti delle donne magari inconsapevolmente l’abbiamo compiuta anche noi…”.
Come detto il programma “#25Novembre” proseguirà poi dal giorno successivo con altri appuntamenti e spettacoli densi di contenuti (#25NOVEMBRE), ed ogni sera vi sarà il presidio di un’associazione impegnata nella lotta alla violenza di genere ed in percorsi di integrazione sociale.
Il Teatro Carcano, un’autentica “roccaforte” dell’impegno sociale, con grande determinazione e puntualità porta in scena temi forti, oltre l’intrattenimento, oltre le barriere, con un progetto culturale degno di lode e da sostenere per un movimento unito contro le disuguaglianze ed a favore della parità di genere.
Scheda spettacolo
Lunedi 25 novembre ore 20,30 Teatro Carcano
Reading contro la violenza sulle donne
Con Alessio Boni e Omar Pedrini
Chitarra, musiche e voce Omar Pedrini
Chitarre Simone Zoni
Testi di Massimo Carlotto, Andrea Colamedici, Pino Corrias, Edoardo Erba, Maurizio De Giovanni, Marcello Fois, Daniele Mencarelli, Francesco Pacifico
Regia Alessio Boni
Fotografia Gianmarco Chieregato
Ideato e prodotto da Teatro Carcano Milano
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(foto credits Teatro Carcano, Giuseppe De Carli e Gianmarco Chieregato)