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Busto Arsizio | 16 novembre 2024, 08:00

VIDEO. Dall'Avvento al Giubileo, le parrocchie di Busto in cammino insieme: «La speranza per noi non è generico ottimismo»

In un contesto profondamente cambiato si avvia un programma fitto di eventi in San Giovanni. Quella Casa della Carità che dovrà sorgere al posto dell'ex Cinema Nuovo, l'impegno per la Basilica e l'invito ai cristiani in politica: «Si cerca sempre collaborazione, l'esasperazione polemica da qualsiasi parte venga non fa del bene alla città»

VIDEO. Dall'Avvento al Giubileo, le parrocchie di Busto in cammino insieme: «La speranza per noi non è generico ottimismo»

Chiedere la grazia dell'Avvento, ovvero «saper passare dalla vanità delle cose alla vera adorazione di Dio. Un cammino di purificazione e conversione mentre ci disponiamo all’anno del Giubileo. Desiderare Dio».  Così monsignor Severino Pagani, prevosto e decano di Busto Arsizio, apre l'ultimo numero di "Parola e Comunità". 

L'Avvento, il Giubileo, il lavoro comune dei fedeli nelle parrocchie, e ancora, quella Casa della Carità che sorgerà nell'area dove per tanti anni c'è stato il Cinema Nuovo. È un'era di fermento e ricerca, in città e monsignor Pagani condivide le sue riflessioni con noi.

Monsignor Pagani, che cosa significa e cosa può significare l'Avvento per una città come Busto oggi?

È l'inizio del nuovo anno pastorale, per le nostre comunità un momento significativo per risvegliare il desiderio di Dio, l’ascolto della parola, l'espressione della città, la collaborazione tra le comunità e in modo particolare l'esperienza della preghiera. Ecco, quest'ultimo termine dice la cifra della fede dei credenti, in un contesto in cui le cose sono cambiate in maniera già molto veloce. Da una parte si avverte il venir meno di una tradizione assodata con tutti gli aspetti positivi e negativi. Dall'altra, si avverte la diminuzione della pratica religiosa e l’emergere di un nuovo modo di vivere la fede, fatto di una maggiore consapevolezza, di un desiderio di autenticità, che sottolinea soprattutto l'aspetto individuale della fede e fa più fatica a scoprire l’aspetto comunitario. 

Quest'anno l'Avvento riveste un ulteriore significato, in vista del periodo in cui ci conduce?

Sì, l'Avvento coincide con una preparazione all’anno santo del Giubileo e il tema fondamentale che tratteremo in Avvento è quello della speranza che poi verrà continuato come tema permanente nell’anno del Giubileo. Il documento che accompagna una riflessione sulla speranza è la bolla del Papa: la speranza non delude. Si cerca di ritrovare le motivazioni di una speranza che non è forma generica di ottimismo ma sostanzialmente trova la sua motivazione più forte nel fatto che il cristiano ha un rapporto con il Signore. Proprio per questo tempo di Avvento faremo una catechesi che cerca di riflettere sulla speranza nel Nuovo Testamento, nei salmi e in due figure: la prima è Etty Hillesum, donna ebrea morta nel campo di concentramento, e una figura di monaco che ha saputo descrivere con intensità l’esperienza della fede nel momento presente, Jacques Leclercq. Ci accompagnerà nella riflessione settimanale che avviene proprio il mercoledì in Santa Maria alle 9.

Ma come si può esprimere, leggere la tendenza spirituale di una città come Busto, nel solco del cambiamento?

Con due aspetti. L'orientamento verso la riscoperta della Parola di Dio.  Abbiamo una tradizione piuttosto legata a devozione e sacramenti, sarebbe ugualmente importante nutrire l’intelligenza della fede attraverso la conoscenza della Sacra Scrittura nei suoi molteplici linguaggi. Penso che debba essere obiettivo primario delle nostre comunità. Ne segue che se la Parola di Dio parla al cuore delle persone, il primo esito è quello della carità. A Busto espressioni di solidarietà ce ne sono tantissime, ci sono sempre state. Quello che è importante nella coscienza di un credente è che la solidarietà non perda quel senso fondamentale di carità. Il rischio è che la carità sia semplicemente una relazione solidale, senza conservare la sua sorgente per il credente: la sorgente è lo stesso amore con cui ha amato Gesù. Per quanto riguarda la carità che rinnoviamo da questo tempo di Avvento, l'auspicio è continuare il procedimento virtuoso di unificazione tra le diverse espressioni di carità che si vivono in ogni parrocchia. In questi anni abbiamo fatto passi molto importanti, però questo processo non è ancora esaurito. Ci piacerebbe nei prossimi anni dare espressione a questa unificazione della carità attraverso la costruzione di una Casa della Carità che dovrebbe sorgere al posto del vecchio edificio del Cinema Nuovo in via Pozzi, ormai pericolante e inagibile. 

Torniamo al Giubileo, momento che abbonderà di opportunità condivise?

L'evento a cui ci conduce l'Avvento è proprio la celebrazione del Giubileo ordinario dell’anno santo 2025. Le comunità cristiane della nostra città stanno preparando un programma particolare fatto di incontri, preghiere, eventi e che trovano nella basilica il cuore di questa espressione perché stata nominata chiesa penitenziale. Gli eventi fondamentali saranno a partire dall'apertura del Giubileo domenica 29 dicembre alle ore 17 in basilica. Momento significativo sarà la celebrazione penitenziale in Quaresima unita al pellegrinaggio diocesano a Roma nel mese di marzo di tutte le parrocchie.  Durante l’anno avremo altre espressioni con questo carattere giubilare, tra le altre il giorno del venerdì santo una via crucis di tutta la città. Dalla parrocchia di Sant’Anna fino al carcere, presieduta dal vicario espiscolale e nella festa del Corpus Domini faremo la processione eucaristica che va dalla chiesa di San Giuseppe a tutto il cortile dell’ospedale, presieduta dal vicario generale Agnesi. Pensiamo inoltre di organizzare tra tutte le parrocchie della città,  in primavera inoltrata, un pellegrinaggio a Lourdes. Ci accompagnerà durante l’anno la riflessione che papa Francesco ha proposto nella sua lettera enciclica Dilexit Nos, sull’amore di Gesù, il cuore di Cristo.

Insieme, come con l'assemblea sinodale?

Diventano sempre più significativi la presenza e il lavoro dell’assemblea sinodale decanale. Questa assemblea ogni anno mette a tema un'esperienza fondamentale dei credenti. Dopo la cura delle persone, ora il lavoro. La prospettiva di questa assemblea (che si riunisce sabato 16 dopo le 9 al cinema San Giovanni Bosco, ndr) è il coinvolgimento di tutti coloro che nella fede vogliono riflettere su questi settori fondamentali della vita. Con un’attenzione particolare a coloro che non sono soliti frequentare la chiesa ma che trovano nell’esperienza del Vangelo una sorgente di intelligenza e luce. Oltre alle sedute plenarie ci sono due, tre mattine l'anno in cui a gruppi si riflette sui diversi aspetti dei temi scelti come imprenditoria, sindacato, liberi professionisti. L'assemblea sinodale è guidata da una giunta, presieduta dalla dottoressa Maria Teresa Gallazzi e dal segretario Massimo Zocchi.

La prima casa di questo percorso è la Basilica di San Giovanni. Che chiede però anche aiuto alla città.

Un altro aspetto fondamentale della vita comunitaria come segno e strumento dell’evangelizzazione e della carità è la gestione economica dei beni ecclesiatici. Il tempo presente, la diminuzione delle risorse e la motivazione del loro uso, da tempo ci aiutano a riflettere su come la comunità cristiana debba gestire i contenuti dei credenti e la conservazione delle strutture. Avendo come scopo l’evangelizzazione, l'educazione e la carità, diventa sempre più importante riflettere sulle scelte strutturali da compiere da parte di tutte le comunità. Con oculatezza e spirito evangelico. Ad esempio per quanto riguarda la parrocchia di San Giovanni, l’attenzione alla gestione economica è concentrata sul nucleo delle strutture della parrocchia, e cioè tutto ciò che c’è intorno alla basilica. In questo senso stiamo terminando il rifacimento completo dell’impianto elettrico della basilica e abbiamo terminato la ristrutturazione della biblioteca capitolare. Le esigenze delle nuove normative, l’attenzione ai vincoli dei beni culturali, la tipicità dei lavori hanno chiesto un notevole impegno finanziario: anche per questo confidiamo in qualche apporto generoso motivato dalla fede e donato con sobrietà evangelica.

La politica, Busto, i cristiani: su questo fronte cosa ritiene di dire?

Un altro aspetto interessante della comunità cristiana è la necessità di rinnovare a motivo del Vangelo una forte sensibilità politica e amministrativa. Da un lato è importante  che qualcuno tra i cristiani che ne ha la capacità e il carisma possa impegnarsi direttamente nella gestione della cosa pubblica. D'altro canto, coloro che sono impegnati nella gestione pubblica e sono veramente cristiani, cerchino linguaggi e comportamenti orientati al Vangelo. Tutto questo nella coscienza viva che la politica sia una parte alta della carità. Il cristiano cerca sempre il dialogo e la collaborazione. L'esasperazione polemica da qualsiasi parte venga non fa del bene alla città. 

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Files:
 avventoegiubileo busto Pe C 20241117 560 (1.5 MB)

Marilena Lualdi

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