Salute - 15 novembre 2024, 10:12

L'impegno di Asst Sette Laghi per governare l'uso degli antibiotici in ospedale

Lanciato a giugno 2023, il programma coinvolge ora tutti i reparti di terapia intensiva e, da gennaio 2024, anche Nefrologia e Dialisi. L’obiettivo è ottimizzare l’uso degli antibiotici, riducendo l’antibioticoresistenza e garantendo la loro efficacia a lungo termine

Prof. Paolo Grossi, Direttore delle Malattie Infettive

Si chiama "Antimicrobial stewardship" e indica un particolare impegno per governare l'utilizzo degli antibiotici in ambito ospedaliero messo in atto da ASST Sette Laghi. Un progetto pensato in epoca pre-covid e poi attuato a regime dal mese di giugno 2023 per tutti i reparti di terapia intensiva dell'Ospedale di Circolo e, dal gennaio 2024, anche per la Nefrologia e dialisi.

In sintesi, quando in questi reparti si presenta la necessità di somministrare un antibiotico, si consulta, tramite una piattaforma dedicata, l'infettivologo del team guidato dal Prof. Paolo Grossi, Direttore delle Malattie Infettive, che valuta l'opportunità di somministrare la molecola e, nel caso, indica l'antibiotico più adatto. 

"L'obiettivo è limitare il ricorso agli antibiotici ai soli casi in cui la necessità sia effettiva, per preservare un patrimonio terapeutico che verrebbe vanificato dall'uso ingiustificato - spiega il Prof. Grossi - L'antimicrobial stewardship è stata preceduta da un'analisi dell'utilizzo degli antibiotici in ospedale, soprattutto delle molecole più a rischio, confrontando i dati con i parametri definiti da AIFA. Si è quindi rilevato un margine di miglioramento, e a quello stiamo puntando con l'analisi specifica di ogni caso segnalato dalle Rianimazioni e dalla Nefrologia e Dialisi". 

Grazie alla collaborazione consolidatasi in questi mesi tra i reparti in cui mediamente si riscontrano più pazienti con infezioni, considerata la loro particolare fragilità, e le Malattie Infettive, con oltre 430 valutazione in poco più di un anno, i dati di utilizzo degli antibiotici si sono ridotti significativamente, per alcune molecole addirittura della metà.

"Il punto non è prescrivere meno antibiotici, ma prescriverli solo nei casi in cui possono rivelarsi efficaci - tiene a precisare Grossi - Un antibiotico somministrato per il caso sbagliato, non solo è inutile, ma favorisce lo sviluppo nei batteri di forme di resistenza a quel determinato farmaco, l'antibioticoresistenza, che dobbiamo contrastare con decisione".

c. s.