Poco più di un anno fa, si scatenava allo Shed la festa dello scudetto: il secondo per la Busto Nuoto Sincro (LEGGI QUI). Momenti di gioia che ora appaiono così lontani, nonostante il passaggio luminoso alle Olimpiadi, per l'indisponibilità della piscina Manara Sartori quest'anno (LEGGI QUI).
Non ci si piange addosso, non è nello stile della società guidata dal presidente Renato Borroni. «Teniamo duro - osserva - abbiamo trovato due impianti per gli allenamenti, quello della Bustese e a Legnano. Chiederemo un contributo straordinario per i disagi». La stessa amministrazione ha detto di essere pronta ad aiutare le società.
In casa Busto Nuoto la preoccupazione esiste, economica e non solo. Dalle 180 atlete iniziali se n'è staccata una trentina. Ogni stagione, c'è una perdita fisiologica di una decina di ragazze, rapidamente rimpiazzate dalle giovanissime. Ma qui verrà meno anche un anno di vivaio. Ragazze che di fronte al disagio logistico hanno optato per altre società, oppure tristemente per un altro sport: un mancato ricambio generazionale che si rischia di pagare. Senza contare il destino delle allenatrici e degli istruttori, al top nel nostro Paese.
È senza polemica, la riflessione della Busto Nuoto, oltre 25 anni di storia e una tradizione che affonda le radici ben più lontano. L'amarezza si respira, ma la concretezza legata alla passione per questo meraviglioso sport sprona ad ad andare avanti. Si era definito a ottobre un planning - rinnovabile di mese in mese - sulle due piscine citate, in modo da garantire le basi per un'attività regionale e nazionale. Il planning a tutti i livelli resiste fino a marzo (e i conti non tornano da giugno in queste condizioni). I costi acqua delle altre strutture sono più del doppio e non ci può star dentro. Non da soli: quella luce che si è offerta a Busto negli anni, alimentata dall'impegno e dai sacrifici di società e genitori, oggi chiede nuova energia di fronte a un vuoto che non è certo colpa degli sportivi.