Busto Arsizio - 13 novembre 2024, 07:47

Raccordo Y ed espropri, a Busto arrivano le lettere alle famiglie: addio alle case di una vita

Dopo mesi di silenzio Italferr contatta i cittadini che dovranno lasciare le loro abitazioni. Invano le amministrazioni bustese e castellanzese hanno affermato che la nuova opera è anacronistica

Il confine tra Busto e Castellanza

Alla fine, le prime lettere sono arrivate e per cinque famiglie di Busto Arsizio il raccordo Y - quello che le amministrazioni comunali bustese e castellanzese avevano chiesto ripetutamente di stralciare, LEGGI QUI E QUI - significa l'avvicinarsi della fine della loro permanenza tra le mura costruite con tanti sacrifici. 

Era nell'aria, ma fino all'ultimo si sperava che tutto ciò non avvenisse. Tecnicamente, non si tratta ancora di espropri, bensì di una comunicazione in cui si annunciano le intenzioni dei lavori. Ciò potrebbe indicare un periodo di sei mesi, ma si attende l'evoluzione della vicenda dopo la lunga attesa tra timori e flebili speranze. Anche perché bisognerà risarcire della pesante perdita economica e morale che subiscono.

Nel Milanese il progetto del quarto binario sta viaggiando veloce e Vanzago ha recentemente informato dell’avvio delle operazioni di presa in possesso dell’area dell’ex-scalo in stazione da parte dell’impresa. Questo per le operazioni di pulizia del terreno, svuotamento dei depositi e dei locale e la preparazione delle limitazioni di cantiere.  

A pochi chilometri, insomma. E adesso anche le famiglie di Busto - che mai negli ultimi tempi avevano ricevuto una comunicazione, né un'informazione dal Comune, a sua volta senza notizie ufficiali da quello che emergeva negli incontri  - sanno che i lavori si avvicinano inesorabilmente. Con l'addio alle case che si intrecciano con la loro vita.  

Il futuro collegamento  - assicura Italferr - garantisce maggiore accessibilità al servizio ferroviario e
incrementa l'offerta di trasporto della Regione, nel segno dei sostenibilità ambientale, economica e sociale. Già nel giugno del 2023 era stata dichiarata la Pubblica Utilità del progetto, il che ha condotto ad avviare l'iter per l'acquisizione e l'occupazione di aree e stabili interessati dalla realizzazione della nuova infrastruttura. 

Quella che i Comuni di questa provincia non vogliono. Ma che si farà, a quanto pare in ogni caso. 
 

Ma. Lu.