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Economia | 11 novembre 2024, 19:12

Beko, nuovo tavolo di confronto il 20 novembre. Il Ministero: «Piano specifico per l'Italia per scongiurare chiusure come in Polonia e Regno Unito»

In attesa di un appuntamento decisivo per il futuro dell'azienda turca e per il polo di Cassinetta, è il Ministero delle Imprese e del Made in Italy a intervenire: «L'esercizio della Golden Power ha permesso l'avvio di un confronto con il gruppo turco, svolto in accordo con i sindacati»

Il tavolo Beko il 7 novembre a Roma nella sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Il tavolo Beko il 7 novembre a Roma nella sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy

È convocato per il prossimo 20 novembre il tavolo sindacale per l’avvio del confronto tra sindacato e Beko Europe Italia sul piano industriale, che dovrà garantire il futuro del gruppo controllato dalla multinazionale Arçelik, azienda turca attiva nel settore della produzione e commercio di elettrodomestici.

Lo comunica il ministero delle Imprese e del Made in Italy. L'incontro, che si svolgerà al dicastero, fa seguito a quello del 7 novembre, durante il quale il ministro Urso ha sottolineato all'azienda la necessità di presentare un piano industriale che preveda maggiori investimenti in Italia, rispettando appieno le condizioni imposte dal golden power tramite il dpcm del 1° maggio 2023, volte a salvaguardare l'occupazione e la produzione in Italia.

Il ministero ricorda che l'intervento del governo era stato adottato quando l'operazione Beko era ancora nella fase di istruttoria dell'Antitrust europeo poiché, nelle valutazioni dell'esecutivo, con la nascita del nuovo soggetto industriale «potevano prefigurarsi potenziali situazioni di crisi legate a sovrapposizioni di stabilimenti in Europa e alla relativa sovrapproduzione, che avrebbero, come poi avvenuto, portato alla chiusura di alcuni impianti nel continente».

L'esercizio del Golden gower su Beko ha permesso quindi, in questi mesi, «l’avvio di un confronto con il gruppo turco, svolto in accordo con i sindacati, che prevede l'elaborazione di un piano specifico per l'Italia, scongiurando situazioni simili a quelle registrate recentemente in Polonia, dove due stabilimenti sono stati chiusi con conseguenti 1.800 licenziamenti, e nel Regno Unito, con la chiusura di un impianto a Yate (Bristol)» conclude il Mimit.

 

(Red-Lab/Adnkronos)

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