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Economia | 08 novembre 2024, 12:30

Sciopero, assemblee e presidio dei lavoratori della Beko di Cassinetta: «Siamo preoccupati»

La protesta è iniziata dalle 6 di venerdì mattina ed è proseguita con il blocco dei cancelli della portineria principale, sede anche di tante battaglie ai tempi della Whirlpool: «I problemi ci sono ma si possono risolvere insieme, sindacati, azienda e Governo, per continuare la produzione, evitare chiusure di stabilimenti e salvaguardando i posti di lavoro»

Il presidio dei lavoratori della Beko alla portineria di Cassinetta

Il presidio dei lavoratori della Beko alla portineria di Cassinetta

L'indomani dell'incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (LEGGI QUI), giornata di sciopero, di assemblee e di presidi da parte dei lavoratori della Beko di Cassinetta.

Fim, Fiom e Uil, le rsu hanno organizzato degli incontri con i dipendenti dello stabilimento ex Whirlpool proprio per relazionarli su quanto emerso ieri.

«C'è preoccupazione - dichiara Tiziano Franceschetti della Fim Cisl dei Laghi - ma siamo anche consapevoli che se i problemi vengono affrontati insieme a sei mani, Governo, azienda e sindacati, si possono risolvere proseguendo nella produzione, evitando chiusure di stabilimenti e mantenendo i posti di lavoro».

A preoccupare è la saturazione della produzione: su 100 pezzi che potenzialmente si possono produrre, ne vengono effettivamente realizzati solo 40. Non rasserena nemmeno la crisi del settore del freddo che è uno degli asset principali di Cassinetta dove lavorano 900 persone sul totale di 2200. 

«Ci vuole un tavolo dell'elettrodomestico per affrontare i problemi di tutto il settore e non solo quelli di Beko» conclude Franceschetti. 

«Alla presenza del Ministro Urso – evidenzia in una nota il segretario generale UILM Metalmeccanici Varese Fabio Dell’Angelo - Beko ha dichiarato delle criticità sulle produzioni nei nostri siti italiani e si è riferita particolarmente ad alcune produzioni legate a elettrodomestici quali frigoriferi e congelatori come accade a Cassinetta di Biandronno. C'è un rischio di licenziamenti e chiusura anche se chiaramente l’azienda non ha ancora detto niente in merito, ma ha parlato solo di crisi e su quello che dicono esiste il pericolo di 900 esuberi a Cassinetta. Abbiamo detto e ribadito che non accettiamo nessun tipo di piano che comprenda dei tagli occupazionali che mettano in discussione le attività produttive e quelle industriali. Siamo pronti a discutere con l'azienda quali possano essere tutte le misure da mettere in campo chiedendo  anche al Governo di fare la sua parte visto che, proprio il 1 maggio del 2023 ha dichiarato per decreto l'applicazione del Golden Power. Non solo non si devono dichiarare dichiarano esuberi ma addirittura abbiamo la necessità che l'azienda faccia degli investimenti perché in questa situazione è chiaro che il contenimento di quelle che sono le perdite non possono essere affrontate unicamente con l'ipotesi di tagli di chiusure ma, al contrario, con investimenti concreti sul futuro». 

«C'è forte preoccupazione per il destino dell'elettrodomestico in provincia di Varese – dichiara in un comunicato il coordinatore UIL Varese Antonio Massafra – perché la “sorta di piano industriale” presentato al Ministero lascia molte perplessità e molte preoccupazioni. Stiamo parlando di un sito dove ci sono più di 2200 lavoratori e un indotto di altri 2000 lavoratori una parte dei quali, da quanto dichiarato, potrebbero essere lasciati a casa Si tratterebbe di un grave danno per la nostra provincia e per la sua economia». 

«Nel corso dell'incontro al Mimit su Beko Italia, ex Whirlpool, l'azienda ha presentato la strategia negli stabilimenti italiani, alludendo alle chiusure delle filiere del lavaggio e della refrigerazione, che riguarderebbero gli stabilimenti di Comunanza (Ascoli Piceno), di Siena e di Cassinetta (Varese) - dichiarano Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil, e Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil, in una nota - le lavoratrici e i lavoratori pretendono rispetto, dal momento che sono informazioni che già circolano da diversi giorni».

«L'azienda prospetta chiusure annunciate di fatto negli scorsi mesi, a causa della riduzione del 50% dei volumi produttivi per la concorrenza con il mercato asiatico, di perdite consistenti di utili anche nel 2024 e dell'utilizzo di meno del 40% della capacità installata degli stabilimenti italiani» aggiungono i sindacalisti.

In particolare, spiegano i segretari, «solo la filiera del cooking presente a Melano (Ancona) e in parte a Cassinetta risulta per l'azienda vantaggiosa dal punto di vista delle tecnologie e dell'innovazione del prodotto. Mentre gli stabilimenti di Beko in Italia nei settori del lavaggio (Comunanza) e della refrigerazione (Cassinetta e Siena) sono evidentemente destinati alla chiusura. Nel nostro Paese rimarrebbe quindi solo la linea del cooking, inclusa la ricerca e sviluppo e il global industrial design, oltre allo stabilimento di Carinaro (Caserta) che è centro per ricambi».

«Riteniamo si stia per completare il piano di disimpegno dall'Italia, come avevamo già denunciato quando Arçelik ha chiuso l’accordo con Whirlpool per la nascita di Beko Europe per il rischio di sovrapposizioni di produzioni e stabilimenti - dichiarano Gesmundo e Tibaldi - al Governo abbiamo chiesto di chiarire in che modo intenda garantire i posti di lavoro e gli stabilimenti. È chiaro che il Golden Power annunciato non funziona, serve una garanzia reale di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. È per questo che insieme alle altre organizzazioni sindacali e alle lavoratrici e ai lavoratori, organizzeremo la nostra lotta contro l’ennesima, inaccettabile dismissione industriale».

M. Fon.

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