Cronaca - 04 novembre 2024, 07:38

Caporalato, manodopera sfruttata e capannone dormitorio: a Samarate la Finanza scopre una fabbrica tessile abusiva

I militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Varese hanno sequestrato un opificio con annessi spazi utilizzati come dormitori abusivi, dove veniva svolta, da cittadini cinesi, l’attività di confezionamento e produzione di capi d’abbigliamento di note griffe di vestiario. Trovati anche 12 cittadini cinesi che lavoravano o bivaccavano nei locali fatiscenti e privi di requisiti igienico sanitari

I militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Varese hanno sottoposto a sequestro preventivo d’iniziativa, convalidato dall’Autorità Giudiziaria, un opificio con annessi spazi utilizzati quali dormitori abusivi, dove veniva svolta, da cittadini cinesi,l ’attività di confezionamento e produzione di capi d’abbigliamento di note griffe, a Samarate, realizzati a 8 euro cadauno e rivenduti al dettaglio 400 euro cadauno.

In particolare, i finanzieri di Busto Arsizio, attraverso una valorizzazione trasversale delle banche dati fiscali e di polizia in uso, anche grazie ai vantaggi offerti dalla fatturazione elettronica obbligatoria, che rende possibili interventi tempestivi nei confronti dei contribuenti meno affidabili, hanno avviato un mirato controllo fiscale nei confronti di un’impresa, attiva da soli tre mesi, operante nel settore della produzione di capi d’abbigliamento per note griffe di alta moda, che operava in totale spregio delle norme igienico – sanitarie,  delle norme in materia di prevenzione incendi, sfruttando manodopera illecita e clandestina.

In fase di accesso, le Fiamme Gialle operanti, hanno identificato i cittadini cinesi presenti nel capannone e nei dormitori, tra cui diversi soggetti risultati sprovvisti di regolare permesso di soggiorno, alcuni lavoratori “in nero”, nonché minorenni alloggiati, i quali, in seguito allo sgombero dei locali, sono stati affidati ai servizi sociali del comune di Samarate.

Nei giorni successivi sono stati svolti insieme al personale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, della locale A.T.S. e dell’Ufficio tecnico del Comune, accertamenti e sopralluoghi finalizzati alla verifica delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento in sicurezza dell’attività d’impresa.

La polizia economico-finanziaria bustocca ha quindi appurato la totale mancanza di qualsivoglia titolo abilitativo e autorizzativo per lo svolgimento dell'attività d'impresa all'interno dell'immobile (in particolare, SCIA del Comune, CPI, documento di valutazione dei rischi ai sensi del D.lgs. 81/2008) e hanno altresì individuato 12 persone di cittadinanza cinese, non comprendenti la lingua italiana, alcune delle quali intente a svolgere attività lavorativa all'interno della sede dell'impresa, altre trovate a dormire o bivaccare all'interno di locali dell'immobile del tutto fatiscenti e privi di qualsiasi minimo requisito igienico – sanitario.

Al termine delle attività, il titolare della società è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio per i reati di caporalato, sfruttamento ed ospitalità di manodopera clandestina, nonché per le gravi violazioni in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro.

Anche il proprietario del capannone sequestrato, a seguito delle irregolarità edilizie dei locali oggetto di locazione, è stato denunciato per abusivismo edilizio, data la presenza di locali dormitorio non dichiarati.

L’attività della Guardia di Finanza a contrasto della criminalità economico-finanziaria è orientata a contrastare le frodi fiscali in tutte le loro declinazioni, con particolare riferimento ai circuiti fraudolenti quali il fenomeno di illecite somministrazioni di manodopera, talvolta associati a forme di sfruttamento dei lavoratori che possono essere ricomprese nella fattispecie del “caporalato” e prosegue mediante controlli serrati, allo scopo di limitare gli effetti dannosi provocati dalla concorrenza sleale che colpisce sia i diritti dei titolari che il corretto funzionamento del mercato.

Redazione