Busto Arsizio - 28 ottobre 2024, 18:08

Ancora tensione in carcere, il sindacato: «Non lasciate sola la polizia penitenziaria»

Il Sappe afferma che a Busto un agente è stato colpito al volto da un detenuto

Ancora tensione nel carcere di Busto Arsizio. Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, racconta quanto è avvenuto nelle ultime ore: «Questa mattina, presso la casa circondariale di Busto Arsizio, ancora un'aggressione a un poliziotto penitenziario.  Un detenuto magrebino, assegnato alla sezione ex 32 , in questi giorni stava scontando una sanzione disciplinare al reparto osservazione. Fuori dalla cella per fruire di una telefonata, sentita la voce dell'ispettore responsabile del reparto, si dirigeva verso di lui e senza apparente motivo lo colpiva al volto. Subito bloccato è stato ricollocato nella cella di appartenenza. È uno stillicidio che continua nel silenzio di un'amministrazione assente».

«Sdegno» per quanto avvenuto nel carcere di Busto Arsizio (LEGGI QUI) lo esprime anche il Segretario Generale del Sappe, Donato Capece, che esprime solidarietà al personale del Reparto di Polizia, e ribadisce ancora una volta che «il Sappe denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri della Nazione ma il dato oggettivo è che chi dovrebbe intervenire e tutelare i nostri Agenti continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione Penitenziaria!».

«Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose», conclude il leader del Sappe.

C. S.