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Storie | 25 ottobre 2024, 14:15

25 OTTOBRE 2017. Sette anni fa bruciava il Campo dei Fiori: nel video con il drone ecco cosa è cambiato

Siamo andati a vedere dall'alto, grazie al nostro fotografo Alessandro Galbiati, come la montagna dei varesini ha reagito alle ferite inferte dalle fiamme che mandarono in fumo 350 ettari di bosco. Il presidente del Parco: «È ancora in convalescenza, ma gli interventi per risanarlo sono molteplici»

IERI E OGGI. Il Campo dei Fiori in fiamme sette anni fa e come lo ritroviamo oggi negli stessi punti devastati dall'incendio nelle immagini di Alessandro Umberto Galbiati

IERI E OGGI. Il Campo dei Fiori in fiamme sette anni fa e come lo ritroviamo oggi negli stessi punti devastati dall'incendio nelle immagini di Alessandro Umberto Galbiati

Sette anni fa un incendio devastava il fianco della montagna di Varese. Era il 25 ottobre del 2017 quando le fiamme distrussero oltre 350 ettari di bosco all'interno del Parco naturale del Campo dei Fiori. In occasione dell'anniversario di quella devastazione che lasciò con il fiato sospeso i varesini siamo andati, nei giorni scorsi, a vedere come la montagna ferita ha reagito al rogo di quei giorni. Attraverso il drone, a cura del nostro fotografo Alessandro Umberto Galbiati, abbiamo sorvolato l'area interessata dall'incendio per documentare le condizioni del bosco e del versante. 

Nei giorni scorsi sull'accaduto VareseNoi ha raccolto le dichiarazioni di Giuseppe Barra, presidente del Parco Campo dei Fiori che da quarant'anni tutela il cuore della montagna: «È ancora in convalescenza, ma gli interventi per risanarlo sono stati molteplici e alcuni tuttora in corso - ci ha spiegato Barra nell'intervista - Il 25 ottobre del 2017 partì il primo focolaio dal monte San Francesco sopra Luvinate ma in giornata fu spento e si pensava che fosse finita lì. Invece la mattina dopo riprese con altri inneschi sopra la Rasa, con ben 312 ettari interessati a sud e 60 verso la vetta, con le fiamme che lambirono l’Osservatorio astronomico. Le ville in sommità furono evacuate e 50 ettari subirono danni pesantissimi. Non fu un incendio “di chioma”, nel senso che gli alberi bruciarono al suolo, e le fiamme trovarono facile via grazie al materiale del sottobosco, da tempo non più pulito. A distanza di anni, si è visto che le piante sono seccate in piedi, alcune vennero poi colpite dal Bostrico dell’abete rosso, i danni più grandi li subirono i castagni» (leggi QUI l'intervista completa).

B.Mel. - A.Con.

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