Busto Arsizio - 25 ottobre 2024, 15:30

Arriva l’esposto: il bar spenga la musica. Sabba: «Locali e cittadini devono convivere»

Ordinanza del sindaco di Busto rivolta a un’attività del centro dopo una segnalazione e le verifiche. L’assessore: «Atto dovuto. Ma serve buon senso da parte di tutti»

In Comune arriva un esposto per presunto inquinamento acustico e, dopo le verifiche del caso, un locale di Busto Arsizio deve spegnere la musica.
La vicenda riguarda un bar del centro e riaccende il tema della convivenza tra pubblici esercizi e cittadini. L’assessore Matteo Sabba, con delega sia al Commercio che alla Polizia locale, precisa che non è in atto alcun giro di vite. Il caso in questione, peraltro, inizia prima del suo ingresso in giunta: «Non è qualcosa che ho gestito – dice –. Il tutto nasce da un’iniziativa privata. È uscita Arpa e il sindaco ha dovuto emettere l’ordinanza».

E l’ordinanza prevede che venga sospesa la diffusione di musica «all'interno e all’esterno del locale fino all’effettuazione degli interventi indicati nella “Valutazione di Impatto Acustico”». Dalla quale si riscontrava il superamento «di circa 10 dBA dei limiti acustici». Venivano quindi proposti alcuni interventi: installazione «all’interno del locale di una controsoffittatura o, ove presente, di materiale fonoassorbente (tipo lana di roccia)»; «predisporre del personale per la gestione di urla e schiamazzi eccessivi da parte della clientela». Per l’area esterna veniva proposto di «posizionare del materiale fonoassorbente sopra il porticato» e di «dimezzare il numero di clienti». Il locale potrà presentare ricorso.

Nell’esposto, si legge nell’ordinanza del sindaco Emanuele Antonelli, il presunto rumore era riferito a musica ad alto volume, agli avventori presenti all’interno e all’esterno del pubblico esercizio, alla movimentazione di tavoli e serrande nei periodi di apertura e chiusura.
«Vigileremo – fa sapere l’assessore Sabba –. La mia volontà è quella di poter far lavorare nella maniera migliore possibile tutte le attività, mettendo d’accordo anche i cittadini. Devono convivere, soprattutto in centro, dove è ovvio che ci siano dei locali».
L’auspicio, evidentemente di semplice attuazione soltanto a parole, è di trovare «necessariamente un punto in comune per poter vivere nelle proprie case e lavorare nelle proprie attività. Senza “rompere le scatole” né agli uni né agli altri».

L’invito rivolto a tutti è al buon senso: «Le attività si devono rendere conto di quando è troppo – afferma l’assessore –. Allo stesso tempo, i cittadini devono capire quando è il loro stato emotivo a far considerare troppo quello che in realtà non lo è».

R.C.