Economia - 24 ottobre 2024, 16:29

L'assemblea dei lavoratori Beko di Cassinetta: «Mancano prospettive, diciamo no al "silenzio industriale". Pronti alla mobilitazione»

Clima di grande preoccupazione e di grande partecipazione, ma anche di orgoglio, alla riunione convocata di Fim Fiom e Uilm Varese nello stabilimento ex Whirlpool: «Perdura la crisi del settore degli elettrodomestici, vogliamo conoscere con urgenza il piano industriale dei siti italiani. L'azienda sta dimostrando scarsa attenzione alle relazioni sindacali, occorre subito un tavolo ministeriale e proteggere e consolidare le produzioni di Cassinetta»

L'assemblea dei lavoratori della Beko di Cassinetta di Biandronno

Le assemblee della Beko di Cassinetta di Biandronno del 24 ottobre hanno visto una vasta partecipazione di lavoratrici e lavoratori dell'ex Whirlpool che hanno approvato un ordine del giorno con cui si chiede di fare subito chiarezza sul presente e sul futuro industriale dei siti italiani del gruppo turco. 

Un futuro che non può che avere solidi radici nel passato, come rivendicato con orgoglio dai lavoratori. Da decenni gli stabilimenti di Cassinetta sono una parte fondamentale del sistema industriale della provincia di Varese. Attualmente è un polo di eccellenza europeo nella produzione di elettrodomestici da incasso di media e alta gamma di prodotto e costituisce la più importante fabbrica di elettrodomestici in Italia.

La fabbrica impiega oltre 2200 lavoratrici e lavoratori e numerose altre persone sono occupate nelle attività connesse dell’indotto, sia per la componentistica che per i servizi a supporto che un’azienda di tali dimensioni che ha sul territorio. Si tratta pertanto di una realtà industriale e professionale assolutamente ragguardevole per il territorio e per il paese.

Come si legge nella nota dei sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, «dalle assemblee di oggi sono emerse le preoccupazioni diffuse in fabbrica tra i lavoratori principalmente legate a due situazioni concomitanti. La prima è la perdurante crisi del settore degli elettrodomestici, che sta colpendo con un calo dei consumi il mercato europeo – già di per sé limitato per le sue caratteristiche di “mercato di sostituzione” - e che vede ormai da più di un anno l’uso intensivo di giorni di cassa integrazione ordinaria ogni mese.

La seconda è dovuta alle scelte che Beko sta attuando dopo aver assorbito le attività di Whirlpool, a cui si aggiunge un dato per noi preoccupante rispetto alla chiusura di uno stabilimento in Gran Bretagna avvenuto subito dopo l’acquisizione e soprattutto di due stabilimenti in Polonia, con lo spostamento delle produzioni e il conseguente licenziamento di 1800 lavoratori. Ad oggi dove saranno ricollocati i volumi di queste tre aziende chiuse non è dato sapere. Queste preoccupazioni le abbiamo espresse anche nell’incontro effettuato presso la Provincia di Varese lo scorso 16 ottobre. E le riproporremo quando incontreremo Regione Lombardia, che ci ha contattati senza però ancora convocare l’incontro.

Inoltre, vi è un impoverimento manageriale e strategico per questa mancanza di prospettive chiare che potremmo chiamare “silenzio industriale”, con numerose figure professionali che hanno lasciato l’azienda prosciugando il know how, impoverendo molte attività tra le quali la ricerca e sviluppo, essenziale per garantire un futuro per un’azienda globale con produzioni nel nostro paese.

Di fronte a questo scenario, il sindacato che rappresenta le lavoratrici e i lavoratori ritiene necessario conoscere con urgenza i contenuti del piano industriale che Beko intende attuare nei siti italiani. Dopo l’incontro ministeriale (Ministero delle imprese e del made in Italy) dello scorso 25 giugno Beko non si è resa disponibile a nessun altro incontro con il sindacato nonostante le nostre molteplici sollecitazioni, dimostrando così scarsa attenzione e propensione alle relazioni sindacali, e quindi al punto di vista delle lavoratrici e dei lavoratori.

In mancanza di una convocazione ravvicinata del tavolo ministeriale, le lavoratrici e i lavoratori della Beko di Cassinetta chiedono a Fim, Fiom e Uilm di attuare le necessarie iniziative di mobilitazione, cosi come stabilito dal sindacato nella comunicazione del 12 settembre scorso, in occasione dello sciopero fatto dopo l’annuncio delle chiusure e dei licenziamenti in Polonia.

Occorre che il tavolo ministeriale venga riconvocato per avviare un confronto sindacale e istituzionale su un piano industriale adeguato a proteggere e consolidare le produzioni di Cassinetta, confermando la sua missione produttiva, il suo perimetro industriale e le competenze professionali cioè gli elementi che ne fanno un polo di eccellenza dell’elettrodomestico europeo. In Italia e a Cassinetta non è replicabile lo scenario prodotto da Beko in Polonia e che sopra è stato descritto per sommi capi.

Anche per questo, le lavoratrici e i lavoratori ritengono necessario l’impegno del Governo per garantire l’applicazione dei contenuti del Dpcm 1° maggio 2023, con cui il Mimit – attraverso l’uso del lo strumento normativo “Golden Power” - ha vincolato l’azienda a evitare sovrapposizioni produttive tra stabilimenti italiani ed europei da cui possa derivare lo scenario – per i lavoratori inaccettabile – di un ridimensionamento della produzione nazionale con i conseguenti effetti negativi sull’occupazione e sul tessuto sociale del territorio.

Le aziende di queste dimensioni non hanno solo una missione industriale e di profitto ma hanno anche una responsabilità sociale verso i cittadini del paese che li ospita. Ricordiamo a Beko-Arcelik di rispettare quanto da loro riportato sul codice etico e quanto esposto nelle bacheche aziendali quali: “il DNA della nostra Leadership” “CURA PER L’AMBIENTE E LA COMUNITA’” e che le scelte industriali non in linea, con la storia e la professionalità dei lavoratori, che potrebbero avere ripercussioni anche in termini occupazionali, non gioverebbero all’immagine dell’azienda non solo sul nostro mercato ma su tutto quello europeo». 

Redazione