Salute - 22 ottobre 2024, 21:16

Commissione Sanità a Gallarate: dell’ospedale cittadino, una volta fatto quello unico, resta troppo poco

È l’opinione che, in forme diverse, è stata espressa da esponenti di maggioranza e opposizione durante la seduta di oggi, 22 ottobre, in una riunione cui hanno partecipato i vertici di Asst Valle Olona e tecnici di Arexpo, società che relazionava sulle primissime fasi del lavoro finalizzato alla rigenerazione futura dell’area ospedaliera. L’appello della consigliera Margherita Silvestrini: «Ragionare, ripensare, potenziare e verificare il possibile riutilizzo di immobili»

Richiesta ipotizzata dal sindaco, Andrea Cassani: «Preservare prudenzialmente qualche spazio in più rispetto a quelli selezionati, per l'Ospedale di comunità, o per qualche posto letto, o qualche ambulatorio in aggiunta a quelli previsti». Osservazione del consigliere Luigi Galluppi (Centro popolare) sulle risposte ottenute alle istanze della maggioranza sul futuro del sedime del Sant’Antonio Abate, una volta realizzato l’ospedale unico: «Mi sembra che si preveda un sottoutilizzo. Lì, di vere e proprie funzioni ne rimarrebbero poche». Michele Aspesi, (lista Cassani), sullo stesso argomento: «La nostra idea era mantenere alcuni servizi strategici sul territorio. Non bisogna togliere accessibilità ai servizi».

Sono stralci della Commissione Sanità andata in scena questa sera a Palazzo Broletto, ospiti i vertici di Asst Valle Olona e tecnici di Arexpo. Chiamati a relazionare, questi ultimi, sulle fasi finora portate a termine (comprensibilmente poche) e da avviare (il grosso) per delineare gli scenari futuri dell’area oggi occupata dall’ospedale cittadino.

Tra le risposte ottenute, la timida apertura di Daniela De Pascalis (Arexpo): «Qualche ragionamento sulle funzioni sarà possibile farlo». Ma anche la sottolineatura di Daniela Bianchi dopo un intervento di Margherita Silvestrini (Pd). L’esponente della minoranza ha parlato di risposta impossibile, sul territorio, con le sole case di comunità alle esigenze dei pazienti, citando i sub acuti e ricordando un allegato all’accordo di programma sulla realizzazione di un Ospedale di comunità nel padiglione Boito, ovviamente a Gallarate. Così la Dg: «Con il nuovo ospedale viene recepita l’intera offerta sanitaria oggi garantita da Busto Arsizio e Gallarate. Più che aggiungere a questo, occorre andare verso il potenziamento dell’offerta domiciliare».

Uno scarto di visione e impostazione importante.  Daniela Bianchi ha passato in rassegna le richieste per il futuro dell’area ospedaliera (struttura per la diagnostica, servizi per la cronicità, centro prelievi, riabilitazione e fisiatria,  centro dialisi decentrato, postazione Areu) ricordando, con poche eccezioni, la collocazione delle varie attività nelle Case di Comunità.  

Vivace il dibattito sull’Ospedale di Comunità, la cui offerta, in termini di posti letto, è stata ricapitolata dal direttore sociosanitario di Asst, John Tremamondo: dieci oggi, 20 a breve, 40, con l’ultimazione delle opere previste, in un futuro non lontano. A Somma Lombardo, non a Gallarate, in base a una dislocazione pianificata e a numeri come minimo rispettosi dei vincoli stabiliti a livello regionale.

«La presenza di posti letto a Gallarate ritengo di doverla chiedere» ha ribadito il consigliere Galluppi. Margherita Silvestrini: «Abbiamo una preoccupazione lieve. Anzi forte. Più funzioni sul territorio significano garanzie di miglior funzionamento per il futuro ospedale». Sull’Ospedale di Comunità: «Due anni fa circa, nell’Accordo di programma e nel Piano regionale era previsto, a Gallarate. Valutato piccolo ma considerato positivamente». Più oltre nella discussione: «Prendiamo atto che l’Ospedale di comunità non possiamo averlo […] Rivolgo un invito, e l’invito, credo, è da parte di tutti (sguardo rivolto all’altra parte dell’aula consiliare, quella occupata dalla maggioranza, Ndr), a ragionare, a ripensare, a potenziare Gallarate e a verificare il possibile riutilizzo di immobili ancora ben messi».

Stefano Tosi