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Busto Arsizio | 15 ottobre 2024, 07:38

Come l’arte cura la malattia

A spiegarlo la storica dell’arte Serena Colombo che mercoledì 16 ottobre in occasione della festa di San Luca, patrono dei medici, tiene una lezione all’ospedale di Busto Arsizio. Traccerà un excursus storico e cronologico: dai codici miniati del Medioevo agli affreschi rinascimentali dello Spedale di Siena, a Munch, Van Gogh e Renoir

Come l’arte cura la malattia

Per Van Gogh la pittura era un’àncora di salvezza di fronte alla malattia mentale. Renoir a causa dell’artrite reumatoide che gli deformava le mani dipingeva con il pennello legato ai polsi, eppure quando Matisse gli ha chiesto come poteva creare quei capolavori, lui ha risposto: “La sofferenza passa, la bellezza resta”.

È solo un assaggio dell’intervento della storica dell’arte Serena Colombo che in occasione della festa di San Luca, patrono dei medici, mercoledì 16 ottobre alle 17 tiene un incontro all’ospedale di Busto Arsizio (aula suor Bianca, padiglione formazione) su “La cura nell’arte” (ingresso libero).

Organizzato dalla commissione decanale per la pastorale per la salute, l’iniziativa è rivolta al personale ospedaliero e del territorio, alle associazioni di volontariato che operano in ospedale, ai ministri straordinari della Comunione eucaristica.

La professoressa traccerà un excursus storico e cronologico di come gli artisti hanno rappresentato la malattia e la cura. L’intervento affonderà le radici nell’antichità per illustrare i codici miniati e i “Taccuini sanitatis” nel Medioevo, gli affreschi dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena (ora museo), fino ad arrivare ai tempi moderni. «Tratterò del tema della malattia tra Ottocento e Novecento – spiega la relatrice – come la malattia abbia segnato l’opera di Munch, la speranza rispetto alla malattia mentale di Van Gogh per cui l’artista considerava la pittura come un’àncora di salvezza (tant’è che ricorre spesso il tema della farfalla intesa come rinascita). L’arte può essere strumento di aiuto nella vita: è il caso di Renoir, che soffriva di artrite reumatoide, ma era consapevole che la sofferenza passa, mentre la bellezza resta».

L.Vig.

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