Busto Arsizio - 15 ottobre 2024, 20:32

Intitolazione a Ramelli, la minoranza: «Meglio un luogo dedicato a tutte le vittime degli anni di piombo»

Proposte diverse, ma nessun muro contro muro. La commissione Affari generali ha discusso la mozione di Fratelli d’Italia che chiede di dedicare uno spazio di Busto all’esponente del Fronte della Gioventù. «Non vuol dire essere divisivi», ha precisato Geminiani. Ma all’intitolazione la minoranza preferirebbe l’avvio di un percorso con le scuole

Nessuno scontro, nessun muro contro muro. La commissione Affari generali, presieduta dal leghista Simone Orsi, ha discusso senza particolari polemiche la proposta di Fratelli d’Italia di intitolare uno spazio della città a Sergio Ramelli, giovane esponente del Fronte della Gioventù morto a seguito di un’aggressione subita da un gruppo di militanti di Avanguardia operaia (leggi qui).

«Con questa mozione vorremmo mettere una pietra sopra le violenze ideologiche degli anni di piombo – ha spiegato il capogruppo di FdI Paolo Geminiani –. Il nome di Ramelli è già nella toponomastica di diverse città, non solo di destra. E questa violenza non ha colore, le vittime sono tutte vittime».

L’ipotesi, già “bocciata” da alcune associazioni (leggi qui), così formulata non è stata condivisa dalla minoranza, che ha controproposto di dedicare uno spazio alle vittime di quegli anni e di avviare un percorso con le scuole per approfondire quello che è accaduto. La mozione, in attesa del voto definitivo del Consiglio comunale, ha ricevuto il via libera solo delle forze di maggioranza.

«Ho avuto modo di condividere alcuni momenti con gli amici di Ramelli. Loro si chiamavano camerati – ha ricordato l’ex sindaco e attuale capogruppo di Popolo, Riforme e Libertà Gigi Farioli –. Da liberale antifascista, ho massimo rispetto per una vittima della violenza ideologica. I colleghi di Fratelli d’Italia vogliono far fare un ulteriore passo avanti a Busto». Che, per Farioli, non si può concretizzare con un’intitolazione a Ramelli eventualmente affiancata da quella a una vittima di un altro colore politico, come ipotizzato da Geminiani. «Non parteciperò al voto, auspicando che da qui al Consiglio si possa arrivare a una formula che sia davvero un passo avanti», ha detto Farioli, proponendo la creazione di «un luogo che identifica i caduti degli anni di piombo, accompagnato da approfondimenti culturali e con il coinvolgimento delle scuole. Ricordando figure iconiche che hanno rappresentato le vittime di questo periodo, compreso Ramelli».

Per il capogruppo del Pd Maurizio Maggioni «gli anni di piombo sono stati superati perché forze politiche di destra e sinistra hanno cercato di difendere e tutelare una pratica democratica e di confronto contro ipotesi violente che volevano la sopraffazione dell’uno contro l’altro». Altrove, in passato, le intitolazioni a Ramelli sono state vissute come «un momento per esaltare un martire della violenza rossa contro il fascismo. Si è riproposta una conflittualità che vorremmo superare». Pertanto «non possiamo essere riduttivi, proponendo una sola figura, ma nemmeno due o tre. Pensiamo a un luogo dedicato agli anni di piombo o a iniziative con le scuole».

D’accordo Santo Cascio (Progetto in Comune): «Per me sarebbe più formativo lasciare alla future generazioni l’insegnamento per cui il confronto politico portato all’esasperazione produce cadaveri da ambo le parti. Busto dia un segnale con un’intitolazione alle vittime delle ideologie degli anni di piombo».

Paolo Pedotti (Pd) si è detto «stanco di leggere polemiche attorno a nodi che la storia non ha risolto appieno. Condivido il pensiero del sindaco di Milano Sala che dice che Ramelli è una vittima e come tale va ricordata. È anche una vittima che aveva idee sbagliate, antidemocratiche». Una precisazione, quest’ultima, contestata da Geminiani: «Non l’avrei aggiunto per non dare una sorta di giustificazione a chi ha compiuto quel gesto».
«Condivido l’idea di intraprendere un percorso - ha proseguito Pedotti -. Questo sia un punto di partenza, riaprendo anche gli archivi storici bustocchi per poi arrivare a un’intitolazione che non sia solo una targhetta. Sarebbe riduttivo per lo stesso Ramelli».

Anche Emanuele Fiore (gruppo misto) si è detto favorevole ad avviare un percorso unitario che porti a un luogo «di pace» piuttosto che a una singola intitolazione.

Dai banchi della maggioranza, è intervenuto Massimo Rogora (FdI): «Noi diamo un nome, voi fate altrettanto. Sono d’accordo a iniziare un percorso per far capire alle nuove generazioni che cosa sono stati gli anni di piombo. Facciamo vedere ai cittadini che noi siamo uniti trovando la formula giusta».

«Qualcuno si sta arrampicando sugli specchi – la frecciato del capogruppo di Forza Italia Orazio Tallarida –.  Quando la consigliera Berutti (del Pd, ndr) propose di dedicare un parco a Emanuela Loi, ho sommessamente chiesto di allargare l’intitolazione a tutte le vittime di mafia, ma l’idea non è stata accettata. Ora però sento riproporre stesso lo stesso ragionamento da parte vostra su tutte le vittime degli anni di piombo. Per coerenza, dovremmo accettare il nome di Sergio Ramelli, vittima emblematica di quel periodo».

D’accordo Geminiani, che ha aggiunto: «Bene che si tratti di un punto di partenza. Ma intitolare degli spazi unicamente a Ramelli e a un’altra vittima dei momenti bui della democrazia è già educativo. Il nome di Ramelli è un monito affinché non avvengano più queste cose, non vuol dire essere divisivi. Non torniamo indietro nel tempo, quando le cose venivano giudicate in base a chi faceva le proposte».

Riccardo Canetta