Busto Arsizio - 14 ottobre 2024, 16:36

Asst Valle Olona esternalizza il pronto soccorso di Gallarate e la sala operatoria di ortopedia. L'attacco dei Sindacati: «Noi diciamo no!»

La parte sindacale contesta duramente la «decisione assunta senza un’informativa preventiva. L'esternalizzazione verso terzi non risolve il problema, semplicemente lo sposta, probabilmente aggravandolo». La nota integrale di Cgil-Cisl-Uil Varese con una secca presa di posizione: «Alla Asst Valle Olona vanno contro le scelte della Regione Lombardia»

Sulla prevista esternalizzazione del pronto soccorso dell'ospedale di Gallarate e della sala operatoria di ortopedia del presidio ospedaliero di Busto Arsizio, intervengono le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil Varese con una secca presa di posizione. Riceviamo e pubblichiamo.

«Alla Asst Valle Olona vanno contro le scelte della Regione Lombardia»

«Alla fine del 2023 la Giunta Regionale della Lombardia, su proposta dell’Assessore al Welfare Regionale, ha approvato una delibera in cui imponeva a tutte le aziende sanitarie di reinternalizzare tutti i servizi ceduti a terzi, comprese le prestazioni a gettoni. Decisione accolta positivamente e molto apprezzata da parte sindacale e che in ASST Valle Olona era stata avviata con la reinternalizzazione del servizio di CRM.

Nel corso dell’ultimo incontro sindacale del comparto, tenutosi l’11 ottobre scorso, la parte sindacale ha chiesto alla parte pubblica se ci fossero decisioni della Direzione in ordine a possibili esternalizzazioni di servizi, in quanto da qualche giorno circolavano insistenti “rumors” all’interno del Presidio Ospedaliero di Gallarate. L’azienda ha dichiarato che proprio in giornata era stata trasmessa a Regione Lombardia la richiesta di autorizzazione di un progetto che prevede l’esternalizzazione di tutto il pronto soccorso di Gallarate e della sala operatoria di ortopedia del Presidio Ospedaliero di Busto Arsizio.

La parte sindacale ha fortemente contestato tale decisione assunta senza un’informativa preventiva, respingendo la volontà della dirigenza aziendale di rinviare l’informativa e affrontare l’eventuale confronto sindacale solo dopo l’approvazione di Regione.

Occorre essere consapevoli che l'esternalizzazione verso terzi non risolve il problema, semplicemente lo sposta, probabilmente aggravandolo.

Quali costi? Quali contratti collettivi applicati al personale? Garanzie per i pazienti? Gestione dei necessari raccordi con gli altri servizi, specialità e reparti? Su chi gravano le responsabilità? Ecc... Le esternalizzazioni di servizi di prima linea come il Pronto Soccorso e il blocco operatorio creerebbe inoltre un pericoloso precedente, verrebbero destrutturate competenze e conoscenze su servizi strategici fondamentali, tra l’altro storicamente non erogati dal settore privato che per questa ragione non può vantare significativa esperienza.

Limitarsi a consegnare ad altri il problema è inoltre, a nostro parere, un pericoloso indice di scarsa capacità manageriale in termini di scelte strategiche, politiche, organizzative, di prospettiva: questo sì che deve essere attentamente vagliato da Regione Lombardia.

A questo proposito si richiamano alla memoria i numerosi interventi pubblici spesi a sostegno dei Presidi Ospedalieri di Gallarate e Busto di politici locali, nazionali ed europei. Era questo l’obiettivo? Consegnare in mano la sanità d’urgenza al privato?

Se “l’affare” si concretizzasse Regione Lombardia si spingerebbe oltre il limite accettabile: fino ad oggi non si erano mai cedute attività di cura così dirette alla persona con il sistema dell’appalto a privati, che mirano a fare profitto e ridurre i costi - soprattutto sul lavoro dei vari professionisti - con conseguenze non auspicabili per l’utenza. Riteniamo invece di trovarci di fronte ad una sfida per chi deve erogare salute, che la Dirigenza ha il dovere di affrontare e di vincere all’interno del sistema pubblico valorizzando e tutelando i professionisti che lavorano e creando le condizioni più favorevoli per attrarne altri. Per elaborare un triage di PS e organizzare un blocco operatorio ci vogliono anni di esperienza. Vogliamo veramente gettare al vento anni di esperienza e formazione sul campo? Con le difficoltà che abbiamo in sanità possiamo permetterci di rinunciare anche a questo? NOI DICIAMO NO!».

c. s.