In Inghilterra nel 1840 fu introdotta una tariffa postale uniforme con un francobollo adesivo. L’iniziativa portò a un incremento dell’efficienza del servizio postale nazionale, ma a livello internazionale vi erano ancora frammentazioni e regolamentazioni territoriali che limitavano un’ampia diffusione dello stesso. Per cercare di arginare queste difficoltà, si tenne una conferenza internazionale a Parigi che sancì gli accordi generali tra Stati europei ed americani che vi parteciparono. La conseguenza dei principi stabiliti a Parigi fu la firma del Trattato di Berna del 1874 che unificò i vari servizi postali dei Paesi presenti in un solo territorio postale regolamentato per lo scambio reciproco della corrispondenza.
L’annuale Giornata Mondiale della Posta dal 1969, quindi quest’anno ricade la 55° edizione, si celebra in tutto il mondo il 9 ottobre per commemorare la fondazione dell’Upu proprio nel trattato di Berna del 9 ottobre 1874 ed evidenziare il ruolo fondamentale dei servizi postali nello sviluppo della vita sociale ed economica. Infatti il compito dell’Upu era ed è quello di assicurare, coordinare e gestire gli scambi postali, finanziari ed elettronici in tutto il mondo; quest’anno si celebra il 150esimo anniversario dalla sua nascita e per l’occasione è stata fatta una cartolina e dieci annulli speciali.
È risaputo che la messaggistica epistolare, qualunque mandante e natura abbia, dovrebbe avere la caratteristica della rapidità di consegna con l'impiego dei mezzi di trasporto sempre più all'avanguardia… ma a Busto negli ultimi 10 anni la posta arriva sempre più a singhiozzo. Da molto i cittadini si interroga sulle cause di questa situazione.
Fatto sta che a casa mia passano 5 o 6 giorni con la casella della posta completamente vuota e poi arriva un giorno in cui la casella straborda di lettere, avvisi, comunicazioni…
Va detto e riconosciuto che oggi quello che riceviamo di cartaceo sono per lo più multe, bollette e pubblicità: le lettere arrivano sul computer, le immagini ricordo di vacanze su WhatsApp, sconti e offerte su apposite app, avvisi e promemoria tramite alert di riferimento, richieste di appuntamenti via
e-mail… ormai la posta cartacea è sempre meno perché è più economico e immediato usare i supporti tecnologici, e questo potrebbe essere una motivazione valida e giustificativa al quesito di qualche riga sopra. È giusto stare al passo coi tempi, tuttavia penso che a volte la freddezza dell’evoluzione tecnologica sia a discapito del calore dei rapporti umani tra persone.
Tu, lettore di questo articolo, ti ricordi l’emozione nel ricevere una cartolina di saluti da una località vacanziera? Qualcuno che ha pensato a te, ha usato parte del suo tempo nella scelta dell’immagine più bella e rappresentativa, ha speso soldi per comprarla e per il francobollo, ha scritto a mano un semplice messaggio, ha cercato la buca postale per spedirla... il tutto per dimostrarti che per lei/lui/loro sei importante, e tu nel riceverla ti senti importante!
Questo è quello che mi è successo qualche settimana fa quando con mia grande sorpresa e un immenso piacevole stupore ho trovato nella casella postale di casa una cartolina indirizzata a me. Era la mia amica bergamasca Caterina che a inizio settembre era andata in vacanza sulle Dolomiti e si è ricordata di me mandandomi una cartolina di saluti. Tra le mani avevo qualcosa di raro e prezioso, qualcosa che mi valorizzava, qualcosa che in passato davo per scontato ma qualcosa che ora ho rivalutato.
Le bistrattata missiva cartacea ha sempre un suo fascino. Il suo invio a qualcuno che vive lontano è un’esperienza unica e speciale, sia per il mittente sia per il ricevente, che non può essere sostituita dai messaggi freddi e dozzinali di mail e WhatsApp, indipendentemente dalle parole che racchiudono. Come disse Grace Hopper, matematica e informatica statunitense del Novecento: «La posta è un servizio che non può essere sostituito da nessun altro mezzo di comunicazione».
Ritengo che essa, spesso considerata antica e superata, sia tutt’ora un servizio essenziale nel mondo perché permette di rimanere in contatto, nonostante la distanza e la possibilità economica di ciascuno. La cara vecchia posta è la sicurezza del passato nel XXI secolo.