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Busto Arsizio | 04 settembre 2024, 20:47

«Grazie Angelo. Eri la cultura della porta accanto: trasmettevi a tutti il tuo sapere»

Profonda commozione a Busto per la scomparsa di Angelo Prandoni. I ricordi e il lutto della Famiglia Bustocca: «Fino all'ultimo ha voluto vicino il suo computer»

«Grazie Angelo. Eri la cultura della porta accanto: trasmettevi a tutti il tuo sapere»

Aveva un'immensa cultura, che voleva e sapeva trasmettere. Ma anche una grande umiltà, per cui a una domanda poteva anche rispondere: «Approfondisco». E ben presto tornava con altre informazioni.

Si respira profonda commozione a Busto Arsizio per la scomparsa di Angelo Prandoni: avrebbe compiuto ottant'anni il prossimo ottobre (LEGGI QUI). Viene dalla sua città - questa partecipazione al lutto della moglie Luciana Ruffinelli e di tutta la famiglia - ma anche dal territorio, in particolare a Samarate per molteplici anni il suo lavoro è stato un richiamo prezioso, con incontri culturali di livello elevato. Elevato, non significava distante, però. Lo ricordano oggi le istituzioni, le associazioni, ma anche tante persone che hanno potuto frequentare le iniziative culturali promosse grazie a lui.

Ad Angelo, non importava comparire, ma fare. Condividere. La Regiù Mariella Toia sottolinea: «Per la Famiglia Bustocca è una perdita molto grande. Da tanti anni era parte attiva, facevamo affidamento su di lui per la cultura, la competenza, la conoscenza. Un grande studioso... qualsiasi cosa chiedessi, lui aveva una risposta oppure diceva "Approfondisco"». Il tutto «con la massima discrezione, senza mai dare troppo peso».

Di argomenti impegnativi, Angelo ne affrontava molti e si adoperava per gli almanacchi della Bustocca: il suo nome scivolava in fondo, perché a lui non importava apparire. «Un uomo straordinario - ribadisce Toia - e ci hanno detto che fino alla fine, fino a quando ha avuto forza, ha voluto il computer con sé... le chiavette dove portare avanti i suoi lavori. Ci spiace moltissimo... Era un gentiluomo di nome e di fatto. Sempre positivo, sempre con il sorriso, ci dava un grande aiuto».

Un aiuto cruciale per la Bustocca, ma non solo. Toia rammenta la meticolosità con cui offriva le sue spiegazioni per i Sentieri dell'Arte. In questo ricorda Dolores Rusconi, colonna della Famiglia Bustocca, scomparsa pochi mesi fa (LEGGI QUI): «Due persone importanti per la nostra associazione».

Il viceregiù Giovanni Diani fa questo ritratto di Angelo: «Era piacevole conversare insieme... Mai una parola fuori posto. Una persona di una raffinatezza notevole. Sì, un gentiluomo».  

Così lo scrittore Luigi Giavini: «Incontrare Angelo Prandoni era un momento di estasi, un togliersi dal grigiore della vita quotidiana, una full immersion nella bellezza della Cultura. Angelo ti prendeva per mano  e ti faceva scoprire un mondo straordinario di  personaggi, di avvenimenti che non avevano confini di tempo e di spazio. Ascoltavi e il sorriso che accompagnava le sue parole cambiavano il volto della storia dell'umanità... Niente può cancellare il ricordo del lascito morale e culturale degli incontri a Samarate con i nomi più noti della cultura. Ricordo in particolare le lezioni di Giambattista Roggia e di Augusto Marinoni. Grazie Angelo. Grazie».

E ancora, Antonio Tosi, ul Pedèla: «Ha lasciato il segno con la sua grande professionalità... I risultati raggiunti sono dimostrati dai tanti che affollavano la biblioteca a Samarate per poter partecipare a incontri di altissimo livello per i loro personaggi... Lui era un mite, una brava persona».

Qui affiora un'immagine stupenda: «La cultura della porta accanto». Non sapeva cosa significasse darsi arie, Angelo Prandoni. «Lui era figlio di un personaggio, il droghiere di via Rossini. Ul Panelatu». Ha ricercato sempre nella sua vita, e sempre ha condiviso. Ecco perché, anche se venerdì gli verrà dato l'ultimo saluto, non se ne andrà mai davvero. 

Marilena Lualdi

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